La cefalea ortostatica è un mal di testa che si manifesta quando il soggetto è in posizione eretta (dal greco orto, dritto) e si riduce o scompare in posizione sdraiata.
In questo articolo
Sintomi
I dolori colpiscono la fronte, l’area occipitale o tutta la testa e spesso si accompagnano a nausea, vomito, dolore al collo e disturbi visivi e dell’udito, con un’eco continua nelle orecchie e come la sensazione di trovarsi sempre sott’acqua.
Cause
Questa emicrania è causata dalla perdita di liquor cerebrospinale, sostanza che protegge il midollo spinale e il cervello, attraverso lacerazioni provocate da microtraumi o da una debolezza congenita della membrana durale.
La cefalea ortostatica infatti si caratterizza per una riduzione di almeno 20 mmHg nella pressione arteriosa sistolica o di 10 mmHg nella diastolica entro tre minuti dall’assunzione della posizione eretta.
Terapia
La cefalea ortostatica si può risolvere spontaneamente con un lungo riposo a letto, oppure si può ricorrere a trattamenti quali l’iper-idratazione, la caffeina, la teofillina o gli steroidi, che hanno qualche efficacia, anche se il miglioramento spesso è solo sintomatico e non dura a lungo.
L’intervento
L’unica cura realmente efficace è il blood patch, una sorta di tappo (sangue del paziente impastato con colla di fibrina) introdotto con un’iniezione in anestesia locale nello spazio epidurale del midollo per bloccare il gocciolamento di liquido cerebrospinale.
«L’intervento dura circa mezz’ora, dopo di che il paziente viene inclinato a 30 gradi a testa in giù per consentire la diffusione del sangue, per gravità, verso la colonna cervicale, dove è più frequente la lacerazione meningea che causa la fuoriuscita di liquor», spiega il neurologo Enrico Ferrante, direttore del Centro cefalee dell’ospedale Niguarda di Milano. «Il paziente resta in tale posizione per alcune ore dopo il trattamento con risoluzione completa della cefalea nel 90% dei casi».
Leggi anche…