C’è chi appena arriva l’autunno non esce di casa senza essersi messo nella tasca dei pantaloni o del cappotto una castagna matta per tenere alla larga i virus responsabili del raffreddore e dell’influenza.
Da dove nasce questa convinzione?
In realtà nel passato questo frutto veniva macinato e dato da mangiare agli animali, soprattutto ai cavalli proprio per proteggerli dalle malattie di stagione. Ecco perché si chiamano anche castagne di cavallo. Così è nata la convinzione che sia sufficiente portarsi addosso una di queste castagne per impedire ai virus di avvicinarsi a noi. Questo perché per l’uomo questo tipo di frutto non è commestibile, quindi l’unico modo per godere dei benefici della castagna matta è quella di portarsela addosso.
Gli ippocastani sono diffusi in tutta Italia, anche se al centro nord sono praticamente ovunque. È quindi facilissimo riuscire a recuperare questi frutti.
In realtà contiene antinfiammatori
Questo frutto contiene escina, un principio attivo dal quale deriverebbero i poteri benefici sugli animali. Questa sostanza è usata anche in fitoterapia. Si trova nei semi della pianta e ha diverse proprietà. In particolare sembra essere di aiuto per problemi relativi ai capillari e alle vene, anche per alleviare i sintomi causati da insufficienza venosa periferica, varici, emorroidi, cellulite e fragilità capillare. Oltre all’escina contiene anche l’esculoside, che ha capacità antinfiammatorie importanti. Certo, queste abilità non possono essere utilizzate semplicemente portandosi dietro una castagna matta, che a questo punto è da considerarsi alla stregua di un portafortuna.
TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE
Influenza: ecco i 5 falsi miti che resistono nel web
È vero che la pappa reale aiuta a combattere l’influenza?
Il latte caldo aiuta a curare l’influenza?
È arrivata l’influenza: scopri i cibi che potenziano le difese immunitarie