Salute

Ipertensione polmonare tromboembolica cronica: a Pavia il centro d’eccellenza

L'ipertensione polmonare tromboembolica cronica (IPCTE) è una malattia rara caratterizzata da fenomeni tromboembolici persistenti (in seguito ad un'embolia polmonare acuta si forma del tessuto tromboembolico che ostruisce le arterie polmonari).L'IPCTE è una patologia rara e sotto-diagnosticata, poiché  l'embolia polmonare acuta che la causa, se non è molto estesa, può risultare asintomatica. Il paziente generalmente manifesta i primi sintomi in seguito a una seconda embolia, ma a quel punto l'accumulo di materiale tromboembolico è ormai cronico e deve essere rimosso chirurgicamente. Per l'ipertensione polmonare tromboembolica cronica esiste infatti un trattamento risolutivo: l'endoarteriectomia polmonare (EAP), una tecnica chirurgica che libera i pazienti dalla patologia.In Italia possiamo vantare un'eccellenza in questo campo, infatti il centro di cardiochirurgia della Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico “San Matteo” di Pavia è uno dei cinque migliori centri al mondo per la endoarteriectomia polmonare (EAP). L'Italia è al quarto posto, dopo San Diego, Parigi e Cambridge, grazie alla grande efficienza ed esperienza del centro, che ha ottenuto buoni risultati: meno del  5% di mortalità ospedaliera e circa l'80% di casi di sopravvivenza a lungo termine.

L’ipertensione polmonare tromboembolica cronica (IPCTE) è una malattia rara caratterizzata da fenomeni tromboembolici persistenti (in seguito ad un’embolia polmonare acuta si forma del tessuto tromboembolico che ostruisce le arterie polmonari).
L’IPCTE è una patologia rara e sotto-diagnosticata, poiché  l’embolia polmonare acuta che la causa, se non è molto estesa, può risultare asintomatica. Il paziente generalmente manifesta i primi sintomi in seguito a una seconda embolia, ma a quel punto l’accumulo di materiale tromboembolico è ormai cronico e deve essere rimosso chirurgicamente. Per l’ipertensione polmonare tromboembolica cronica esiste infatti un trattamento risolutivo: l’endoarteriectomia polmonare (EAP), una tecnica chirurgica che libera i pazienti dalla patologia.
In Italia possiamo vantare un’eccellenza in questo campo, infatti il centro di cardiochirurgia della Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico “San Matteo” di Pavia è uno dei cinque migliori centri al mondo per la endoarteriectomia polmonare (EAP). L’Italia è al quarto posto, dopo San Diego, Parigi e Cambridge, grazie alla grande efficienza ed esperienza del centro, che ha ottenuto buoni risultati: meno del  5% di mortalità ospedaliera e circa l’80% di casi di sopravvivenza a lungo termine.
Il numero di interventi di endoarteriectomia polmonare portati a termine con successo nel centro di Pavia è davvero alto, negli ultimi cinque anni il Policlinico “San Matteo” si è occupato di circa 60 pazienti l’anno, ma  nel 2013 la stima è cresciuta e fino ad ora si contano già 70 pazienti operati.
L’endoarteriectomia polmonare è un intervento di “pulizia” delle arterie polmonari ostruite per consentire una normalizzazione della pressione polmonare e dura mediamente dalle 7 alle 9 ore.  Il tempo effettivo di rimozione dei trombi è di 4 o 5 ore, ma il compito più arduo per il chirurgo è individuarli, poiché possono essere situati in posti molto diversi. La tecnica originale è stata creata dal Centro di San Diego, ma negli ultimi anni è stata ideata una nuova procedura proprio al Centro di Pavia. A crearla è stato il professore Andrea Maria D’Armini (direttore della struttura semplice dipartimentale chirurgia trapiantologica cardiopolmonare e dell’ipertensione polmonare della fondazione IRCCS policlinico “San Matteo”), che dopo aver applicato per anni la tecnica originale di San Diego ha intuito che c’erano dei cambiamenti da apportare (modificare il protocollo della circolazione extracorporea, dell’ipotermia e degli arresti di circolo) per avere il tempo di concentrarsi non solo sul trombo principale ma di andare a cercare eventuali altri accumuli. Questa tecnica, denominata “Pavia Tecnique” ha permesso di ampliare la percentuale dei pazienti dichiarati operabili (dal 75% al 95%) e di diminuire la percentuale di mortalità dei pazienti (che negli anni ’90 era di circa il 10%).
L’endoarteriectomia polmonare, se portata a termine con successo, permette ai pazienti di tornare a condurre una vita perfettamente normale, persino di fare sport, continuando però a prendere gli anticoagulanti e presentandosi a controlli periodici. Solo in rarissimi casi il paziente deve essere operato una seconda volta, ma generalmente tale eventualità si verifica se la terapia anticoagulante non è stata seguita bene.

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