Quali sono le cause dell’insonnia? Da decenni gli esperti di sonno concentrano gran parte delle loro ricerche su questo aspetto. Del resto è questione nota quella che vuole il sonno come un vero e proprio elisir di benessere e lunga vita. Fanno da contraltare i numerosi studi che sostengono come la privazione di sonno porti a problemi importanti come lo sviluppo di alcune malattie cardiovascolari e il diabete. In genere si sosteneva che l’insonnia nasca nel nostro cervello.
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Il nuovo studio rivoluziona il pensiero comune che ci sia di mezzo il cervello nelle cause dell’insonnia
Una recente ricerca dell’Università di Tokyo e di quella di Tsukuba, però, per la prima volta dimostra che ci sia un legame stretto tra insonnia e il resto del nostro corpo. I ricercatori hanno suggerito come i responsabili della fatica ad addormentarsi o del risveglio anticipato ci siano tre geni, che si trovano nei tessuti periferici e non nel nostro cervello. Si possono leggere i risultati dello studio sulla rivista scientifica Cell Reports.
La spiegazione è un po’ tecnica. Gli scienziati hanno dimostrato il ruolo sul sonno dell’omeostasi delle proteine. Si tratta di quei processi che sono legati alla capacità di un organismo di autoregolarsi, mantenendo costante l’ambiente interno pur nel variare delle condizioni che riguardano l’ambiente esterno. Nello specifico si tratta della sintesi e della degradazione delle proteine.
Tra le cause dell’insonnia l’alterazione dei meccanismi di rinnovamento delle proteine
Il sonno è attivato dallo stress del reticolo endoplasmatico. In questo caso siamo davanti al processo di accumulo delle proteine mal ripiegate, e la sotto regolazione della biosintesi proteica nei tessuti periferici. In pratica l’alterazione del sonno è provocato dall’alterazione dei meccanismi di rinnovamento delle proteine soprattutto nei tessuti periferici. Se dormiamo poco e male avremo una sotto regolazione della sintesi proteica, che è la principale causa dei vuoti di memoria dovuti allo scarso riposo.
Per dimostrare la loro tesi i ricercatori si sono chiesti se ci fossero sostanze che favoriscano il sonno e che si accumulano nel corpo durante il periodo di veglia.
La ricerca giapponese
Analizzando il comportamento di un verme, gli esperti hanno individuato tre specifici geni che consentivano agli invertebrati di dormire molto più del solito. Si tratta di mutazioni che influiscono sulla vita delle proteine. Ecco perché sono i tessuti periferici a segnalare al cervello quando siamo stanchi e dobbiamo riposare. Il cervello quindi è l’ultimo organo preso in considerazione e non il centro del controllo sul sonno come si credeva.
A questo punto i ricercatori hanno riprodotto l’esperimento su dei mammiferi, scoprendo la stessa cosa, ovvero che sono questi tre geni ad aumentare o diminuire le ore di sonno.
Questa scoperta apre nuove strade per le terapie per aiutare le persone che soffrono di insonnia.