
Siamo fatti di sogni… e di muscoli. Con l’avanzare dell’età, mantenere una buona massa muscolare diventa fondamentale per la qualità della vita. Eppure, pochi sanno che il sonno gioca un ruolo chiave in questo equilibrio. L’insonnia non è solo una questione di riposo mancato o di stanchezza diurna: può compromettere il funzionamento del nostro “pilota automatico” cerebrale, ostacolando anche la nostra capacità di muoverci e di mantenerci attivi, soprattutto se si soffre di patologie croniche. Ma non solo. Perché una privazione del sonno incide anche sulla salute di muscoli e di articolazioni.
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Quando l’insonnia mette a rischio la mobilità femminile
Una recente ricerca pubblicata su Sleep Epidemiology e condotta dall’Università del Michigan ha rivelato una correlazione tra qualità del sonno e declino della mobilità, con un focus particolare sulle donne. Lo studio ha analizzato i dati di oltre 70.000 infermiere partecipanti al Nurse’s Health Study, esaminando l’impatto del sonno nel tempo, anche in presenza di malattie croniche. Il risultato? Le donne affette da disturbi del sonno, soprattutto se convivono con patologie come diabete, artrosi o sclerosi multipla, mostrano un rischio significativamente maggiore di perdere autonomia motoria.
Il sonno scarso come causa diretta di disabilità motoria
In particolare, chi soffre di apnea notturna ostruttiva risulta più esposto al rischio di dover ricorrere, in futuro, a dispositivi di assistenza come bastoni o sedie a rotelle. «Il sonno scarso è spesso considerato una semplice conseguenza dell’invecchiamento o delle malattie croniche, ma può essere anche una causa diretta di disabilità motoria», spiega la neurologa Tiffany J. Braley, autrice dello studio.
Anche i muscoli invecchiano di più senza sonno
Un secondo studio italiano, Longevity Check-up 8+, conferma che l’insonnia influisce anche sulla perdita di massa muscolare (sarcopenia) negli anziani. La ricerca ha coinvolto circa 2.000 persone over 70, misurando la forza di presa delle mani, un indicatore chiave della salute muscolare. Secondo il professor Francesco Landi, direttore del Dipartimento Scienze dell’Invecchiamento del Policlinico Gemelli, chi dorme male ha il 40% di probabilità in più di sviluppare sarcopenia. La ragione? Il sonno insufficiente compromette i processi di sintesi proteica muscolare, riducendo la produzione di ormoni anabolici (come testosterone e ormone della crescita) e aumentando quelli catabolici, come il cortisolo, che favorisce la degradazione muscolare.
La privazione del sonno promuove l’infiammazione cronica
«Questo risultato è legato al fatto che la privazione del sonno interferisce con la sintesi proteica muscolare. In particolare, a lungo andare, un sonno scarso e irregolare», afferma Landi che continua «riduce l’attività del testosterone e dell’ormone della crescita ad azione anabolica, che stimolano la produzione di proteine a livello muscolare, e aumenta quella del cortisolo, un ormone catabolico che induce la degradazione del muscolo. Inoltre, la privazione del sonno promuove uno stato infiammatorio cronico, caratterizzato da un aumento di citochine pro-infiammatorie, che contribuisce ulteriormente alla riduzione della sintesi proteica e al degrado muscolare. Un buon antidoto è l’esercizio fisico capace di attenuare gli effetti della perdita di sonno sul metabolismo”.
Insonnia e dolore articolare: un circolo vizioso
Uno studio pubblicato nel 2012 sul Journal of Orthopaedic & Sports Physical Therapy ha mostrato che disturbi del sonno sono associati a un aumento della sensibilità al dolore, compreso quello articolare. Questo avviene perché il sonno insufficiente o frammentato altera la soglia del dolore, rendendo l’organismo più reattivo agli stimoli nocicettivi. A conferma, una ricerca pubblicata su Arthritis & Rheumatology (2014) ha seguito oltre 10.000 soggetti per diversi anni, rilevando che coloro che soffrivano di insonnia cronica avevano un rischio significativamente maggiore di sviluppare dolori articolari cronici, in particolare a livello di ginocchia e anche.
Il sonno è cura: come proteggerlo per proteggere i muscoli
Avere un sonno rigenerante non è un lusso, ma una necessità biologica, soprattutto per chi è già vulnerabile a problemi di mobilità o perdita muscolare. La buona notizia? I disturbi del sonno si possono affrontare. A volte bastano piccoli cambiamenti nelle abitudini quotidiane, altre volte è utile rivolgersi a uno specialista. In ogni caso, è importante non “dormirci sopra”: un buon sonno è il primo passo per muoversi meglio, mantenersi forti più a lungo e affrontare l’invecchiamento con maggiore autonomia e qualità di vita.