Salute

Iniezione fai da te? Esercitati con una mela

I suggerimenti per imparare a fare una intramuscolare in caso di necessità

Praticare un’iniezione intramuscolare richiede competenza e concentrazione ed è un compito di medici e infermieri. Chi non ha le conoscenze specifiche deve farlo solo in caso di necessità ad amici o parenti e dopo aver ricevuto le corrette istruzioni. Un’iniezione fatta male può provocare dolore ma anche vanificare l’effetto del farmaco e, in alcuni casi, procurare danni.
«Per fare pratica con la puntura ci si può allenare con un frutto: quello che per consistenza ricorda più il corpo umano è la mela», dice Francesco Fanari, coordinatore didattico di sezione all’Azienda ospedaliera Fatebenefratelli e oftalmico e docente di scienze infermieristiche all’Università degli Studi..

Sempre meglio il sedere
Il medicinale è contenuto in un flaconcino, dal quale si aspira con la siringa: serve mano ferma per non toccare con l’ago le pareti esterne della confezione né altre superfici che possono contaminare la punta o renderla meno affilata, e quindi dolorosa. Alcuni preparati sono contenuti in due flaconi (uno col liquido e un altro con la polvere che contiene il principio attivo): si aspira il liquido, si buca la guaina del contenitore con la polvere e si inietta, quindi si aspira la soluzione e si procede come per i farmaci già pronti. Il nostro paziente dovrà stendersi a pancia in giù con i muscoli delle gambe rilassati.
Il posto migliore per le iniezioniintramuscolari è il sedere e l’obiettivo più sicuro e agevole per i non professionisti è il quadrante superiore esterno della natica, dove è minore il rischio di incontrare vasi sanguigni e terminazioni nervose. Se la siringa contiene aria va eliminata per evitare che provochi complicazioni: lo si fa tenendola con l’ago verso l’alto e premendo lo stantuffo finché dalla punta uscirà una goccia di liquido (il meno possibile).

Gruppo San Donato

L’ago non entra tutto
Dopo aver disinfettato la zona scelta con del cotone imbevuto di antisettico (che va lasciato agire per una trentina di secondi), ecco il momento clou. L’ago va inserito il più perpendicolare possibile, molto lentamente e non del tutto. Poi, bisogna tirare indietro lo stantuffo e controllare che non entri del sangue nella siringa, il che significherebbe che si è all’interno di un vaso capillare. Se così fosse, bisogna sospendere l’iniezione (e ripeterla con una nuova confezione di medicinale), perché i farmaci possono danneggiarsi a contatto con il sangue e comunque non devono entrare direttamente in circolo, ma richiedono un assorbimento graduale. Se invece non siamo stati così sfortunati, il più è fatto. Non resta che spingere delicatamente lo stantuffo (circa dieci secondi per un millilitro) e poi estrarre l’ago con un gesto rapido ma senza strappi. Infine, si tiene premuta la zona per mezzo minuto, per fermare la piccola uscita di sangue.
Massimo Valz Gris – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2009

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