Influenza stagionale e Covid 19, così diverse, così simili. Si potrebbe riassumere in questa frase le molte differenze e le altrettante analogie tra questi due infezioni virali. Ora che anche il classico malanno che colpisce in autunno e in inverno si sta diffondendo occorre cercare di mettere in luce similitudini e diversità. Per aiutare la diagnosi e di conseguenza avere meno casi di influenza stagionale gli esperti consigliano di vaccinarsi. Ricordiamo che anche l’influenza stagionale porta a complicanze che sono comunque molte e importanti. Dopo la “pausa” dell’anno scorso quando le restrizioni per la pandemia da Covid hanno fatto in modo che l’influenza stagionale non deflagrasse, quest’anno gli esperti se ne aspettano il ritorno. Secondo molti professionisti colpirà circa 6 milioni di italiani e sarà anche aggressiva.
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Influenza o Covid: il contagio
Tutte e due le malattie sono causate da virus e hanno in comune il metodo di trasmissione:
- in primis le goccioline di Flügge o droplet, che sono le goccioline di saliva che espelliamo quando respiriamo, parliamo, tossiamo o starnutiamo.
- Il contatto con una persona infetta o anche con materiale contaminato dalla persona infetta come fazzoletti di carta, posate, bicchieri. Insomma su oggetti che siano venuti a contatto con le mucose della bocca e del naso.
- Sulle superfici c’è più perplessità. Nonostante esistano molti studi che testimonino come il virus sia presente anche a lungo sulla superfici, ce ne sono pochi che dimostrino con certezza che in effetti qualcuno si sia infettato semplicemente toccando un pacco postale o prodotti comprati in un supermercato.
- Si è visto che c’è la possibilità di contagio anche utilizzando il bagno dopo che sia stato usato da una persona infetta. Qui il problema sta nel fatto che tirando lo sciacquone si forma una nuvola di aerosol che potrebbe contenere il virus. Ecco perché è sempre bene chiudere il sedile del water prima di azionare lo scarico.
Quali sono i sintomi?
Sono proprio i sintomi a poter far aumentare i dubbi nel riconoscere le due malattie, perché nella maggior parte dei casi sono sovrapponibili. In pratica solo con un tampone è possibile capire se sia stati colpiti da una infezione o dall’altra.
I sintomi principali di Covid 19 sono:
- febbre,
- tosse secca,
- stanchezza,
- dolore alle ossa e ai muscoli.
Possono però esserci:
- mal di gola,
- mal di testa,
- diarrea,
- nausea,
- vomito.
Fin qui tutti sintomi che praticamente coincidono con quelli dell’influenza.
Sintomi tipici di Covid possono invece essere:
- anosmia, cioè la perdita dell’olfatto senza congestione nasale e ageusia, che è la perdita del gusto,
- respiro corto,
- alcune manifestazioni cutanee simili ai rash allergici e ai geloni.
Con la variante Delta i sintomi sono un po’ cambiati. Replicandosi all’inizio soprattutto nel naso una delle manifestazioni tipiche è il raffreddore o il naso che cola.
Influenza o Covid: la comparsa dei sintomi e i tempi di incubazione
Uno studio ha cercato di indagare sul fatto che ci sia o meno un ordine di manifestazione dei sintomi. Naturalmente non si può fare altro che generalizzare. Comunque questa ricerca ha visto che tendenzialmente con Covid 19 il primo sintomo è la febbre, seguita da tosse, dolori a muscoli e alle ossa, nausea, vomito e diarrea. In genere con l’influenza stagionale il primo sintomo è invece la tosse.
Per quanto riguarda l’incubazione, quindi il tempo che intercorre tra il contagio e la manifestazione dei sintomi, ci sono differenze anche importanti. Le infezioni da Sars-Cov-2 hanno un periodo di incubazione più lungo. La media è circa di cinque giorni, ma si può arrivare oltre i dieci. In alcuni casi però possono comparire anche dopo due giorni. Ecco perché isolamento e quarantena per cautela durano quattordici giorni. Per quanto riguarda l’influenza la comparsa dei sintomi è molto più rapida: da un giorno fino a quattro.
La questione bambini
Qui le differenze si fanno enormi. Com’è ormai noto con Covid i bambini possono essere veicolo di trasmissione, ma solo raramente hanno sintomi, specie quelli più importanti. I bambini piccoli poi ancora meno. Nell’influenza stagionale invece i bambini non solo sono in genere il primo caso di contagio, ma sono anche quelli che si ammalano di più e possono essere colpiti anche da sintomi gravi che ne richiedono il ricovero in ospedale. Ecco perché fanno parte delle categorie a cui è raccomandato il vaccino.
Influenza o Covid: i casi più gravi e il tasso di mortalità
Anche qui le differenze sembrano notevoli. In via generale per quanto riguarda Covid sappiamo che oltre il 50% dei casi è asintomatico, il 30% ha sintomi lievi o moderati, il 15% manifesta un’infezione grave, il 5% è un caso critico. È ancora presto per stabilire quale sia il tasso di mortalità effettivo di Covid 19, anche se gli ultimi studi parlano dell’1,5 per cento. Molto difficile però calcolare il tasso di mortalità in una malattia così giovane e soprattutto che ha tutti questi asintomatici. Per quanto riguarda l’influenza stagionale il tasso è comunque basso. L’Istituto Superiore di Sanità calcola che circa 8.000 decessi all’anno siano collegabili alle complicanze dell’influenza, che in alcune stagioni possono arrivare anche a 12.000. Va però ricordato che contro il virus dell’influenza stagionale esiste ogni anno un vaccino, che è fortemente raccomandato alle persone più fragili, come bambini, anziani e immunodepressi, che limita il numero dei casi gravi.