Salute

Influenza A, consigli per chi viaggia

Si può partire lo stesso? Come comportarsi in caso di contagio? Cosa fare al ritorno? Ecco le risposte sulla febbre suina per chi va all'estero

L’influenza A è presente in molte zone del mondo: dal Messico, dove si sono verificati i primi casi di contagio negli uomini, ha velocemente raggiunto altre aree. Per chi viaggia, può essere una preoccupazione in più. Ecco qualche consiglio messo a punto dal Ministero della Salute.

Leggi le risposte alle domande più comuni di chi viaggia.
Ci sono restrizioni per i viaggi internazionali?
Cosa fare al ritorno da zone interessate dall’influenza A?
Cosa bisogna fare se ci si ammala all’estero?
Quali sono i Paesi più a rischio?

Gruppo San Donato

 

Ci sono restrizioni per i viaggi internazionali? No. L’Organizzazione Mondiale della Sanità non raccomanda restrizioni ai viaggi internazionali; invita però le persone affette da malattie gravi (come diabete, tumori o altre malattie croniche) e le donne in gravidanza a rinviare per prudenza i viaggi internazionali. È comunque sconsigliato mettersi in viaggio in caso di malattia acuta.
All’estero, è bene seguire semplici regole di prevenzione per diminuire il rischio di contagio.

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Cosa fare al ritorno da zone interessate dall’influenza A?
Cosa bisogna fare se ci si ammala all’estero?
Quali sono i Paesi più a rischio?

 

Quali precauzioni si devono adottare di ritorno da aree in cui ci sono casi di influenza A? Chi torna da un Paese dove si sono registrati focolai di influenza A deve monitorare il proprio stato di salute per sette giorni (il periodo di incubazione è breve). Qualora comparissero i sintomi dell’influenza (febbre, sonnolenza, perdita d’appetito, tosse), dovrà contattare telefonicamente il medico di famiglia e informarlo del recente viaggio. Sotto la sua supervisione, dovrà attuare le seguenti misure:
• limitare il più possibile i contatti con i familiari
• indossare una mascherina
• coprire con fazzoletti di carta bocca e naso quando si starnutisce o tossisce

Per tutti (pazienti e familiari), è importante il lavaggio frequente e accurato delle mani con acqua e sapone oppure con detergenti a base di alcol. Sarà il medico a valutare eventuali terapie farmacologiche.

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Cosa bisogna fare se ci si ammala all’estero?
Quali sono i Paesi pi a rischio?

 

Cosa bisogna fare se ci si ammala all’estero? Nei Paesi dell’Unione Europea, dello Spazio economico Europeo e in Svizzera è prevista la copertura delle spese sanitarie per tutti gli iscritti al Servizio sanitario nazionale in possesso di Tessera europea di assicurazione malattia (Team), ovvero la nostra tessera sanitaria. In caso di bisogno di cure mediche, presentando la Team all’ospedale pubblico o alla struttura convenzionata si ha diritto a tutte le cure mediche necessarie. Le prestazioni sono gratuite, salvo il pagamento dell’eventuale ticket o di altra partecipazione alla spesa.

Qualora la Team non fosse stata accettata o l’assistito non l’avesse con sé, è possibile chiedere il rimborso delle spese anticipate presentando la documentazione alla Asl di appartenenza al rientro in Italia.

Per quanto riguarda il resto il resto del mondo, in alcuni Paesi (Argentina, Australia, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Capoverde, Città del Vaticano e Santa Sede, Croazia, Macedonia, Principato di Monaco, San Marino, Serbia, Montenegro, Tunisia) gli accordi di sicurezza sociale prevedono una copertura di spese sanitarie dietro presentazione di appositi modelli, rilasciati dalle Asl di appartenenza, all’istituzione competente del paese ospitante. Prima di un viaggio, è quindi necessario recarsi alla propria Asl per munirsi del modello per l’assistenza sanitaria all’estero.

Per i Paesi con i quali non esistono convenzioni, come gli Stati Uniti d’America, è possibile stipulare di una polizza sanitaria prima del viaggio.

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Quali sono i Paesi più a rischio?

 

Quali sono i Paesi più a rischio? L’influenza da virus A H1N1 è presente in molte aree del mondo. Messico, Stati Uniti e Regno Unito sono i paesi dove si sono riscontrati il maggior numero di casi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la pandemia si avvicina a una propagazione totale: almeno 160 Paesi o territori su un totale di 193 membri dell’Oms hanno confermato casi di influenza A.
Fonte: Ministero della Salute

Ultimo aggiornamento: 16 ottobre 2009

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