Può accadere che, dopo aver già avuto un figlio, si incontrino delle difficoltà nel concepire nuovamente. Infatti, l’infertilità secondaria è un fenomeno abbastanza diffuso e può derivare da diverse cause che riguardano sia gli uomini che le donne. Vediamo cosa c’è da sapere e quali sono le opzioni di trattamento per le coppie che vivono questa condizione.
In questo articolo
Cos’è l’infertilità secondaria?
«L’infertilità è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una patologia che si verifica nel caso di assenza di concepimento dopo 12 mesi di rapporti mirati non protetti. Questo periodo di tempo si abbassa a 6 mesi, se l’età materna è superiore ai 35 anni. Si definisce infertilità primaria quando la donna nella sua storia non ha mai avuto gravidanze. Mentre per infertilità secondaria si intende la difficoltà di concepimento per una coppia che ha già avuto una o più gravidanze precedenti», spiega Daniela Galliano, specialista in ostetricia, ginecologia e medicina della riproduzione, responsabile del centro PMA IVI di Roma.
Le possibili cause
Ci sono vari fattori che incidono sulle possibilità di concepimento, sia quando si è alla ricerca di una prima gravidanza che nelle successive.
Il fattore età
«L’età materna rimane sempre un fattore determinante quando parliamo di fertilità. Può accadere che tra il primo e il secondo figlio passino alcuni anni e si tratta di una circostanza che può rendere più difficile l’inizio di una gravidanza. A questo si somma il fatto che, attualmente, l’età media delle madri già alla nascita del primo figlio è in aumento rispetto al passato».
Cambiamenti nello stile di vita
Altri fattori capaci di influire sull’infertilità secondaria sono gli eventuali cambiamenti nello stile di vita. Ad esempio l’aumento del peso o il fumo che, ricordiamo, sono nemici della fertilità.
Una combinazione di fattori femminili e maschili
«Oltre all’età, possono poi influire i problemi correlati all’ovulazione, come la sindrome dell’ovaio policistico, e le alterazioni tubariche o uterine. Per quanto riguarda l’uomo, sono da considerare la qualità dello sperma, i problemi di erezione o eiaculazione. In generale, l’infertilità secondaria può essere causata da una combinazione di fattori maschili e femminili», continua la dottoressa.
Come si diagnostica?
«Nei casi di infertilità, è consigliabile rivolgersi a uno specialista per una valutazione completa della fertilità dopo 12 mesi di rapporti mirati non protetti, o 6 se la donna ha più di 35 anni. In seguito alla prima gravidanza le donne conoscono meglio il loro ciclo mestruale e l’ovulazione, e sono dunque più consapevoli del momento migliore per concepire. Quindi, accorgendosi di eventuali complicazioni, di solito saranno più propense a ricercare per tempo l’aiuto di uno specialista in fertilità».
«Generalmente, gli approfondimenti medici includeranno un’ecografia transvaginale per la valutazione dell’utero e delle ovaie e l’esame del seme per valutare la qualità dello sperma. Ci sono poi degli esami aggiuntivi che prescriverà il medico in base al caso specifico».
L’impatto emotivo che l’infertilità secondaria può avere sulle coppie
«Per quanto ho potuto e posso valutare sulla base della mia esperienza, si tende ancora ad entrare nella sfera privata della coppia trattando questo tema con poca sensibilità. Quella dell’infertilità, sia primaria che secondaria, è una sfida che può essere complicata per chi la vive. Vale la pena ricordare l’importanza e l’utilità del supporto psicologico fornito da professionisti qualificati».
«Il mio consiglio è quello di non scoraggiarsi, non perdere le speranze e non isolarsi nelle relazioni sociali e familiari. Parallelamente, consiglierei di non sottovalutare la situazione e rivolgersi a un centro di procreazione medicalmente assistita. Attraverso una valutazione completa, gli specialisti del settore sapranno indicare alla coppia il percorso più adatto da intraprendere», prosegue l’esperta.
Infertilità secondaria: trattamenti
«Non ci sono differenze sostanziali tra i trattamenti per l’infertilità, sia essa primaria o secondaria. Tuttavia, i fattori che influenzano la fertilità e la salute generale della coppia possono variare».
«I trattamenti possono includere opzioni di primo livello, come l’inseminazione intrauterina di seme prelevato dal partner o da un donatore, e interventi di secondo livello, come la fecondazione in vitro o la donazione di ovociti o di sperma. Come nel caso dell’infertilità primaria, le percentuali di successo dipendono da diversi fattori, tra cui l’età della donna, le cause dell’infertilità o la tecnica di fecondazione utilizzata», conclude Daniela Galliano.
Leggi anche…