In un quarto d’ora si può dire addio al russamento. Ci vuole un intervento in microchirurgia. Quando funziona?
Quando si opera. Nella maggior parte dei casi, la causa della roncopatia, questo il nome scientifico del disturbo che porta a russare, è rinogena: si russa perché nel naso c’è un’ostruzione, dovuta al setto nasale deviato, a un restringimento della valvola nasale o a un ingrossamento irreversibile dei turbinati, le sporgenze a lamelle ossee poste all’interno della cavità nasale (tre per ogni fossa nasale: superiori, medi, inferiori), rivestiti di mucosa e ricchissimi di vasi sanguigni, che regolano il flusso dell’aria verso la trachea, la riscaldano e la umidificano.
A determinare l’ipertrofia cronica di queste strutture, soprattutto di quelle inferiori, sono le allergie nasali, i problemi irritativi cronici, le infezioni, l’uso sconsiderato di spray nasali vasocostrittori. Oltre a traumi, inflaccidimento delle cartilagini e interventi chirurgici mal riusciti.
Intervento lampo. Spiega Paolo Gottarelli, docente in tecniche chirurgiche di correzione estetico funzionale della piramide nasale all’Università degli studi di Ferrara: «Per ripristinare definitivamente la funzionalità dei turbinati, e porre rimedio al russamento, permettendo all’aria di entare e uscire liberamente, la tecnica d’elezione è la turbinoplastica inferiore modificata (Mit): in 15 minuti, senza dolore, senza i fastidiosi tamponi endonasali, senza il pericolo di emorragie e senza lo spauracchio delle recidive».
La tecnica di microchirurgia. Questo intervento di microchirurgia si esegue in sedazione. Si pratica un’incisione per aprire il turbinato. «Quindi si procede con la riduzione sia della cavità muco cavernosa, sia della componente ossea», continua Gottarelli. «Infine si esegue una sutura continua ed ermetica, dal retro verso l’esterno, con un filo speciale riassorbibile realizzato in acido polilattico».
La sutura ridona forma al turbinato e sigilla una ferita che, in una zona altamente vascolarizzata quale è quella turbino settale, altrimenti sanguinerebbe in maniera copiosa. Altrettanto breve è il decorso post operatorio: al massimo una notte di ricovero, per sicurezza. E niente medicazioni: solo se si è fatta anche una plastica nasale, si applicano dei tutori di protezione.
Paola Calvi – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 12 aprile 2010