Salute

Immunità ibrida: cosa succede ai guariti che si vaccinano?

Perché i guariti entro sei mesi devono fare una sola dose? Qual è la risposta degli anticorpi? Devono comunque temere le varianti? Tutte le risposte

Gli esperti parlano di immunità ibrida, cioè la risposta degli anticorpi nei pazienti guariti che si vaccinano. Sono ormai molti gli studi che confermano come l’iniezione di una dose di vaccino dopo essere stati contagiati ed essersi negativizzati da almeno tre mesi produca una risposta immunitaria mai vista prima. In poche parole i pazienti guariti da Covid che hanno ricevuto anche la dose di siero vaccinale hanno una risposta immunitaria significativamente maggiore rispetto a coloro che si sono vaccinati con le due dosi. Questa fortissima risposta è destinata anche a durare a lungo nel tempo.

Immunità ibrida: perché i guariti devono fare una sola vaccinazione se non sono trascorsi più di sei mesi?

Com’è ormai noto in Italia chi ha avuto Covid 19 ha una sola dose di vaccino. Questo perché la guarigione dalla malattia provoca una prima risposta immunitaria, un po’ come succede con la prima dose della vaccinazione. Il vaccino in questo caso funziona da richiamo, come se fosse la seconda dose. Attenzione, devono essere trascorsi almeno tre mesi dal tampone negativo e non più di sei dalla guarigione. Dopo i sei mesi le dosi tornano a essere due. Questo al momento. Alcuni studi sostengono che sia valido anche per chi sia guarito da più tempo, ma manca ancora la certezza scientifica. Ecco perché per ora si predilige questa regola.

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Immunità ibrida crea un numero di anticorpi mai visti prima

Molti guariti sono titubanti nel sottoporsi anche alla singola dose. Sono infatti molto rari i casi di reinfezione. Una imponente ricerca svolta su 4.000.000 di cittadini danesi mostra risultati estremamente positivi, limitando allo 0,65% dei casi il rischio di contrarre nuovamente l’infezione. Vaccinarsi è però la scelta giusta. La risposta immunitaria che si ha con la guarigione e il vaccino è enormemente maggiore, grazie proprio all’immunità ibrida. La vaccinazione nei guariti è tra le 25 e le 100 volte maggiore rispetto a quanto accade con la guarigione. Inutile invece la seconda dose, perché gli anticorpi restano in numero praticamente uguale.

Il ruolo delle plasmacellule contro le varianti

C’è anche il discorso delle plasmacellule della memoria. Si tratta di cellule del sistema immunitario capaci di produrre grandi quantità di anticorpi specifici contro un agente patogeno, quindi anche contro il coronavirus. Con il mix tra anticorpi da guarigione e quelli vaccinali creano cellule differenti, capaci di modularsi nel tempo e sconfiggere le varianti, come la Delta, che tante preoccupazioni sta dando ai governi di tutto il mondo. La quantità di queste cellule con l’immunità ibrida è tra le cinque e le dieci volte maggiori rispetto a quelle prodotte con il solo vaccino o la sola guarigione.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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