La domanda che milioni di persone si pongono dopo essere stati pazienti è quanto duri la immunità Covid nei guariti. Sono quasi 3.000.000 le persone che hanno contratto il coronavirus che ha provocato la pandemia e che sono guarite solo nel nostro Paese. A questa domanda risponde uno studio svolto dall’Università di Padova a Vo’ Euganeo, uno dei paesi simbolo della pandemia. I risultati sono in corso di valutazione per la pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica Nature. Allo studio hanno partecipato anche scienziati dell’Imperial College di Londra.
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Immunità Covid nei guariti: la protezione dura almeno dieci mesi
I risultati sono promettenti. La ricerca coordinata da Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, sostiene che gli anticorpi naturali durino almeno 9-10 mesi. Ma la notizia migliore arriva dal fatto che chi si è ammalato durante la prima ondata, non si è reinfettato nella seconda. Questo conferma i dati resi noti la settimana scorsa da un’imponente ricerca danese che ha analizzato i dati di 4.000.000 di persone e che ha dimostrato che ci si possa reinfettare solo nello 0,65% dei casi.
La ricerca svolta in Veneto
I ricercatori in forza all’ateneo veneto hanno analizzato i dati di 125 cittadini di Vo’ Euganeo. Ottantotto di loro sono risultati positivi al tampone orofaringeo nel febbraio dell’anno scorso. Gli altri sono invece risultati positivi dopo il test sierologico a cui sono stati sottoposti nel mese di maggio del 2020. Andrea Crisanti ha anticipato gli esisti della ricerca. Il microbiologo ha confermato che gli anticorpi, per lo più neutralizzanti, restano in circolo fino a 10 mesi. Inoltre ha spiegato come non ci siano sostanziali differenze nel titolo anticorpale tra sintomatici e asintomatici e neppure tra classi di età differenti. Quindi come dimostrato anche da altri studi svolti da alcuni centri di ricerca all’estero la barriera protettiva naturale non solo è piuttosto duratura, ma coinvolge anche gli asintomatici.
Immunità Covid nei guariti: nessuno si è reinfettato
Il paese veneto di Vo’ Euganeo è un caso di studio dall’inizio della pandemia. È lì che c’è stata la prima vittima italiana accertata di Covid, è sempre lì che gli esperti hanno testato con tamponi orofaringei e test sierologici i suoi 3.200 abitanti. Andrea Crisanti ha sottolineato che in genere gli anticorpi diminuiscono con l’andare del tempo, ma che rimangono comunque sostenuti. In più, come si diceva prima, 18 persone guarite durante la prima ondata, durante la seconda ondata hanno convissuto con parenti a loro volta contagiati dal coronavirus, e nessuno di loro si è riammalato. «Sappiamo con certezza che queste persone sono entrate di nuovo in contatto con il virus – ha chiarito Andrea Crisanti – perché il livello dei loro anticorpi è aumentato, come se avessero fatto il richiamo del vaccino. Non si sono però ammalate, e questa è un’ottima notizia».
Non si sa ancora se sia contagiosi o meno
Proprio questo meccanismo, che ha visto aumentare la produzione degli anticorpi quando le persone guarite hanno dovuto vivere vicino a chi aveva la malattia, è un segnale eccellente. Per capire però se si possa essere ancora contagiosi occorreranno altri studi.