La teniasi è provocata da un verme (la tenia, appunto), di cui esistono molti tipi diversi. Questo verme, definito solitario nel gergo popolare, si riproduce all’interno dei bovini, dei maiali e, molto più raramente, dei pesci, e può passare all’uomo attraverso l’ingestione di carne cruda o poco cotta.
«Una volta nell’intestino, la minuscola cisti in cui sono racchiuse le larve si apre e dà origine al verme adulto, che si attacca con un disco adesivo alle mucose interne e può crescere fino ad alcuni metri di lunghezza», spiega Maria Letizia Petroni, vicedirettore del laboratorio di ricerche nutrizionali dell’Istituto auxologico italiano di Piancavallo (Verbania).
I sintomi. La teniasi può essere asintomatica per mesi e poi manifestarsi con diarrea, stitichezza, dolori addominali, dimagrimento, nausea, vomito. Oltre a rubare nutrienti dal corpo, provoca ferite sulle pareti intestinali e produce tossine.
La diagnosi. La certezza si ottiene soltanto con l’analisi delle feci.
La cura. Il farmaco più efficace è la niclosamide. Non ha particolari controindicazioni, perché non viene assorbita a livello gastroenterico ma debella i parassiti per contatto.
La prevenzione. La cottura della carne è un’arma efficace. «In particolare, è buona regola non mangiare carne cruda o al sangue nei Paesi più poveri, dove la teniasi è frequente perché le norme sanitarie sono carenti (a differenza di quello che avviene nei Paesi avanzati)», conclude Petroni. In effetti le statistiche dimostrano che, in Italia, molti casi sono d’importazione. La malattia, cioè, viene contratta durante viaggi all’estero.
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Ultimo aggiornamento: 28 ottobre 2010