Salute

Il tremore essenziale, un disturbo benigno

Nella sua forma tipica colpisce le mani e la testa. Si cura con un farmaco betabloccante

Tremare? Un atto naturale. Capita quando la febbre impazza. Quando soffia il gelo. Se la paura morde i nervi. Ma si trema anche senza accorgersene. È il tremore fisiologico, un fenomeno così impercettibile che a fatica può essere rilevato a occhio nudo. E che poi aumenta, fino a rendersi visibile, per lo sforzo eccessivo, l’ansia, il freddo o la fame. Ora, in certi individui questo tremore può costituire un disagio stabile. Un disordine neurologico sganciato da problemi seri, come il Parkinson. Tanto che è chiamato tremore essenziale, perché non è generato da una malattia neurologica o dall’effetto indesiderato di farmaci.

Un disturbo benigno
Nella sua forma tipica colpisce gli arti superiori, soprattutto le mani, e pure la testa, che si muove con un moto assenziente o dissenziente: come se si dicesse sì o no. I pazienti possono lamentare qualche difficoltà nella scrittura, quando si accingono a bere o a mangiare, e a volte è possibile cogliere anche un’anomalia nella voce, che assume un’intonazione tremolante.
Il disagio può coinvolgere ogni fascia d’età: l’adolescente, l’adulto e la terza età (è il tremore senile).

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Stiamo parlando di un disturbo benigno: dovuto a un alterato funzionamento di certi circuiti nervosi, può presentarsi con varia intensità. Viene etichettato con precisione grazie a una serie di esami, come l’elettromiografia, che aiuta a valutare la funzionalità dei muscoli e dei nervi, e l’accelerometria, per il monitoraggio dei movimenti.

Via il fastidio così
Come sbarazzarsi di questo fastidio? «Premesso che c’è chi vi convive per molti anni prima d’interpellare il medico, il trattamento del tremore essenziale si fonda sull’uso di un farmaco beta bloccante, il propranololo (impiegato pure nei cardiopatici)», spiega Alberto Albanese, direttore di Neurologia I presso la Fondazione Irccs Istituto Neurologico Carlo Besta a Milano. S’è visto che può essere somministrato anche in maniera non continuativa, in base alle necessità: per esempio, si può assumere una dose unica del medicinale poco prima d’intraprendere quelle attività prevedibilmente in grado di accentuare il tremore, come un colloquio di lavoro o una cena al ristorante. I lievi tremori vengono anche arginati, ebbene sì, con dosi moderate di alcol: la reazione al bicchiere è molto veloce (nel senso che il tremore si attenua rapidamente), però di breve durata. E di certo, non si tratta del trattamento farmacologico più raccomandabile. Visto che non sono rari i casi di etilismo in questi pazienti.
Edoardo Rosati – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 18 ottobre 2010

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