Un’opera di Rossini al mattino a digiuno e una sinfonia di Mozart ogni 8 ore. A quanti piacerebbe ricevere questo genere di prescrizione dal proprio medico al posto delle solite pillole? In effetti la musica è una potente medicina: da secoli è nota la sua capacità di toccare le corde più profonde dell’anima per combattere ansia e depressione. Le più recenti ricerche scientifiche dimostrano poi che la musica può aiutare a dormire meglio e a concentrarsi di più, a rilassarsi e abbassare la pressione del sangue.
I suoi poteri, però, non finiscono qui: anche i disturbi neurologici che nascono nel cervello possono essere affrontati con l’aiuto del ritmo e delle note musicali Dall’epilessia all’Alzheimer, gli effetti benefici si osservano ad ogni età.
Ce lo spiega in questo video Giuliano Avanzini, Primario Emerito dell’Istituto Neurologico C. Besta, Milano. Con il suo intervento è stato tra i protagonisti di “Cervell.a.mente 2016”, il ciclo di seminari organizzato per la Settimana Mondiale del Cervello dal Centro di Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative (Cend) dell’ateneo milanese.
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