È possibile essere colpiti da ictus in gravidanza? Nei nove mesi di gestazione il corpo muta, si adatta a una nuova vita e la salute diventa più delicata. Secondo Alice Italia Onlus, l’Associazione per Lotta all’Ictus Cerebrale, tra le conseguenze negative della gestazione potrebbe esserci anche l’ictus cerebrale. Questa patologia in Italia ha un tasso di prevalenza nella popolazione anziana del 6,5 per cento. Nonostante la maggior parte degli episodi si verifichi in persone di età superiore ai 65 anni, circa il 10% di tutte le ischemie colpisce anche le persone sotto i 45 anni e, in particolare, le donne sono più a rischio rispetto agli uomini. Generalmente questo dipende da scorretti stili di vita e pessime abitudini. Prime fra tutte il fumo di sigaretta e l’abuso di alcolici. Anche una dieta squilibrata con poca frutta e verdura e molti grassi saturi alza il rischio. La sedentarietà è un altro pericolo.
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Ictus in gravidanza: aumento di casi negli ultimi anni
Come hanno rilevato gli esperti dell’associazione, i cambiamenti fisici delle donne nel periodo della gravidanza potrebbero esporre maggiormente al rischio di ictus. Nello specifico, si parla di forme di ictus piuttosto gravi. In base ai dati resi disponibili dall’American Heart Association, l’incidenza dell’ictus ischemico (cioè quando un’arteria si ostruisce e senza ossigeno le cellule cominciano a morire dopo pochi minuti) e quello emorragico (cioè quando un vaso sanguigno scoppia all’interno del cervello) è di “solo” 26 casi su 100.000. Ciò che preoccupa però gli esperti è l’aumento che si è registrato negli ultimi 10 anni, con un incremento del 54% dei casi. Questi dati hanno allertato la comunità scientifica, che ha voluto approfondire il rapporto tra ictus e gravidanza.
Emoraggia cerebrale in gravidanza
Un gruppo di ricercatori dell’Azienda Ospedaliera di Perugia/Università di Perugia ha raccolto e analizzato gli ultimi dati sull’emorragia cerebrale in gravidanza. In base alla ricerca condotta, il rischio assoluto di emorragia intracranica associato alla gravidanza è stato stimato essere 12.2 su 100.000. È però generalmente collegato a un alto rischio di morte o invalidità permanente sia della mamma che del feto.
Ictus in gravidanza: il trimestre più pericoloso è l’ultimo
Di tutti i casi, il 90% delle emorragie cerebrali occorrono nel periodo gestazionale. Più del 50% nel terzo trimestre, l’8% durante il puerperio e il 2% durante il travaglio. Ciò si spiega con il fatto che durante la gravidanza, la gittata cardiaca, cioè il volume di sangue espulso dal cuore in un minuto, può aumentare fino al 60% dall’inizio del terzo trimestre di gravidanza fino al parto.
Le patologie associate e i fattori di rischio
La maggior parte delle emorragie in gravidanza è associata a ipertensione, gestosi o eclampsia. E con queste ultime due sindromi, il rischio complessivo aumenta del 24,7% e persiste per i 12 mesi successivi al parto. Inoltre, donne fumatrici e che diventano mamme in età avanzata (sopra i 35 anni), se portatrici di ulteriori fattori di rischio come ipertensione, malattia vascolare e coagulopatie sono più a rischio di sviluppare un’emorragia cerebrale. Fondamentale, quindi, la prevenzione.
Preeclampsia ed eclampsia
«Nel periodo di gestazione il corpo delle donne subisce cambiamenti profondi sia a livello ormonale che fisiologico». Valeria Caso è neurologa presso la Stroke Unit dell’Ospedale Misericordia di Perugia e Past President dell’European Stroke Organisation (ESO). «Questi episodi si verificano generalmente nei soggetti che presentano specifici fattori di rischio. Questi fattori possono accentuarsi in gravidanza e che, a maggior ragione, vanno tenuti sotto controllo. È anche vero, comunque, che esistono problemi specifici legati proprio alla gestazione che possono aumentare il rischio di ictus come:
- la preeclampsia, spesso asintomatica, che si verifica nel 2-8% delle gravidanze,
- l’eclampsia, che è la complicanza più grave della gestosi caratterizzata da convulsioni, confusione mentale, deficit visivi che porta potenzialmente a coma e morte della gestante».
Ictus in gravidanza: il dilemma farmaci
La gestione dell’ictus in gravidanza è una questione decisamente difficile. Da un lato è fondamentale l’intervento farmacologico. Nello stesso tempo bisogna inevitabilmente considerare l’eventuale tossicità che i farmaci possono avere nei confronti del bambino.
Prevenire i fattori di rischio
È importante che ogni donna conosca e cerchi di prevenire l’eventuale insorgenza dei fattori di rischio stessi. È necessario più che mai cercare di tenere sotto controllo il proprio peso e decidere di smettere di fumare, qualora si abbia questa cattiva abitudine. Bisogna, inoltre, svolgere sempre regolare attività fisica e seguire una sana e corretta alimentazione. Per quei problemi collegati a fattori non modificabili è bene invece rivolgersi a un medico di fiducia o allo specialista, che potrà tenere la situazione sempre sotto controllo.
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