Dopo l’ictus è fondamentale fare una buona riabilitazione fisica per riconquistare l’autonomia nei movimenti: e allora perché non fare lo stesso per recuperare la vista nei pazienti che hanno subito lesioni nella corteccia cerebrale visiva? Se lo sono chiesto i ricercatori dell’Università di Rochester, vicino a New York, arrivando a sviluppare una sorta di allenamento visivo che nel giro di tre mesi può ridare speranza a molti pazienti. A indicarlo sono i risultati ottenuti nella prima sperimentazione pilota pubblicata sulla rivista Neurology.
I primi test
Lo studio è stato condotto su 17 pazienti che dopo l’ictus erano diventati ciechi parziali a causa dei danni subiti a livello della corteccia visiva primaria, la regione del cervello che riceve le informazioni dagli occhi per poi smistarle ad altre aree nervose deputate alla rielaborazione. Per ciascun paziente, i neuroscienziati hanno sviluppato un programma di allenamento visivo personalizzato che consiste nell’osservare attentamente uno schermo su cui compaiono dei piccoli cerchietti lampeggianti a strisce oppure dei puntini in movimento, proprio in corrispondenza dell’area cieca all’interno del campo visivo. L’obiettivo è quello di allenare il cervello a “ridirezionare” le informazioni visive lungo un percorso alternativo, che bypassa le zone danneggiate dall’ictus.
I risultati
All’inizio, i pazienti erano in grado di riconoscere l’orientamento delle strisce e la direzione del movimento dei puntini soltanto nel 50% dei casi, ma col passare del tempo sono riusciti a migliorare la percezione fino all’80%, lo stesso risultato ottenuto da persone senza problemi di vista. I test clinici hanno dimostrato anche una riduzione della zona cieca nel campo visivo.
I progressi percepiti
I pazienti hanno percepito questi piccoli progressi nella vita quotidiana. Una signora ha affermato di non incappare più in spiacevoli situazioni, come quella volta in cui non aveva letto la W e la O nella scritta “women” sulla porta di un bagno, scambiandolo così per la toilette degli uomini. Anche le facce e gli oggetti che dopo l’ictus vedeva distorti, sono tornati ad avere una forma normale. Altri pazienti, invece, sono tornati perfino a guidare l’auto.
Un punto di partenza
«I pazienti passano dal non vedere nulla al percepire la sensazione di movimento, anche se il recupero della vista non è totale», spiegano i ricercatori. «La speranza è che si possano ottenere risultati ancora migliori perfezionando ulteriormente questo allenamento visivo».
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE
Giornata mondiale dell’ictus: come riconoscerlo e allertare i soccorsi
Ictus: per la riabilitazione meglio camminare in acqua
Ictus: giocare a carte o con la Wii accelera la riabilitazione