Ictus e sonno. Da tempo il mondo scientifico si interroga sul legame tra la malattia e il riposo. È assolutamente assodato che l’insonnia aumenti il rischio di essere colpito da un ictus. I motivi sono intuitivi. La privazione di riposo colpisce severamente tutto il nostro organismo, con conseguenze importanti specie sull’ipertensione e la depressione, entrambi fattori di rischio importanti per questo evento neurologico. In più si sa che chi non riesce a dormire la notte ha comportamenti sbagliati durante il giorno. Generalmente mangia male e siccome troppo stanco non svolge alcuna attività fisica in modo regolare. Ora però una nuova ricerca sostiene che anche chi dorme per più di nove ore a notte o fa lunghi pisolini durante il giorno, abbia un rischio di ictus superiore a chi dorme meno. La notizia arriva da uno studio cinese pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Neurology.
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Ictus e sonno: oltre 30.000 persone monitorate per sei anni
I ricercatori della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan in Cina hanno esaminato le abitudini del sonno di 31.750 adulti sani. Tutti i partecipanti sono stati seguiti per sei anni. Altri stili di vita, come l’attività fisica e l’alimentazione, non sono stati presi in considerazione.
Ictus e sonno: le percentuali di rischio
- Il team di ricerca ha scoperto che chi tra loro dormiva in media nove o più ore al giorno aumentava il rischio di ictus del 23 per cento.
- Anche chi faceva riposini durante la giornata ogni giorno di più di 90 minuti aumentava di un quarto le possibilità di ictus, rispetto a quelli che dormono meno di mezz’ora.
- Chi oltre a dormire nove ore, faceva anche il pisolino impennava il rischio di ictus dell’85 per cento.
- Anche chi dorme oltre le nove ore, ma si sente comunque stanco alza il rischio di ictus dell’82 per cento.
- I problemi ci sono anche per chi riposa poco, con il 29% di rischio in più di avere un ictus, rispetto a chi si sveglia riposato.
Ictus e sonno: ora servono nuovi studi su questo legame
Ora i ricercatori hanno spiegato che servono nuove ricerche per comprendere perché fare riposini lunghi e dormire molte ore la notte sia legato a un aumento significativo di essere colpiti da ictus. Studi precedenti avevano già dimostrato che chi dormiva troppo a lungo aveva anche alti livelli di colesterolo nel sangue e un girovita più ampio, che sono entrambi fattori di rischio per l’ictus.
Cos’è l’ictus?
L’ictus è un danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe bruscamente per la chiusura o la rottura di un’arteria.
Quando l’arteria si chiude si parla di ictus ischemico o infarto cerebrale. Tendenzialmente è la forma più frequente.
Quando si rompe un’arteria siamo di fronte a un ictus emorragico o un’emorragia cerebrale. Si tratta della forma più grave, perché nella metà dei casi provoca la morte.
I dati dell’ictus in Italia
Si stima che ogni anno solo in Italia ci siano circa 200.000 casi. Otto su dieci sono nuovi episodi, mentre nel 20% degli episodi si tratta di recidive, che interessano persone precedentemente colpiti.
Nel nostro Paese è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Un decesso ogni dieci è infatti causato dall’ictus. Rappresenta inoltre la principale causa d’invalidità.
Le persone che in Italia hanno avuto un ictus e sono sopravvissuti sono poco meno di un milione.
A un anno circa dall’evento acuto, il 30% dei pazienti ha un grado di disabilità elevato.
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