I fitoestrogeni vengono introdotti nell’organismo attraverso alcuni alimenti presenti sulle nostre tavole quotidianamente. Sebbene alcuni studi abbiano dimostrato i loro benefici sulla salute dell’uomo, parallelamente si è diffusa la convinzione che il consumo di queste sostanze possa aumentare il rischio di sviluppare un tumore.
Ma è davvero così? A oggi non vi sono prove certe che i fitoestrogeni possano favorire l’insorgenza di una neoplasia, specialmente nel quantitativo assunto con gli alimenti che ne contengono. Anzi: in molti casi sembra vero il contrario. Anna Franzetti, responsabile dell’unità contenuti istituzionali di missione dell’Airc, l’Associazione italiana contro il cancro, fa il punto sulla situazione.
Innanzitutto, cosa sono i fitoestrogeni?
Per fitoestrogeni intendiamo dei composti di origine vegetale, caratterizzati da una struttura chimica e da alcune funzioni simili a quelle degli ormoni sessuali femminili (estrogeni) prodotti dall’organismo. Tra i fitoestrogeni più importanti ci sono gli isoflavoni, i cumestani e i lignani, contenuti in alimenti che ogni giorno portiamo sulle nostre tavole.
In quali alimenti sono contenuti?
I fitoestrogeni sono presenti in legumi, frutta e verdura. In particolare, tra gli alimenti più ricchi di questi composti c’è sicuramente la soia, che ne contiene fino a 100 tipi diversi (tra i quali gli isoflavoni). I lignani sono presenti in legumi, noci, cereali integrali, frutta e verdura mentre i cumestani si trovano soprattutto nel trifoglio e nei germogli.
I fitoestrogeni apportano benefici all’organismo?
Sì, molti studi hanno dimostrato che questi composti sono effettivamente degli alleati dell’organismo. Dai dati emersi da alcune ricerche, infatti, i fitoestrogeni migliorano la salute del sistema cardiovascolare e riducono il rischio di osteoporosi. Inoltre, offrono un valido aiuto alle donne in menopausa, perché sono in grado di limitare alcuni fastidiosi sintomi come le vampate di calore e le sudorazioni notturne. Infine, è stato accertato che questi composti hanno anche un effetto protettivo per alcuni tipi di tumore, come ad esempio alcune tipologie di tumore al seno.
Allora perché c’è chi mette in guardia dall’assumere fitoestrogeni?
I fitoestrogeni sono argomento di discussione perché si teme che possano aumentare il rischio di ammalarsi in alcuni specifici tumori sensibili agli ormoni, anche se i dati in tal senso non sono conclusivi. Il sospetto è nato dalla somiglianza tra questi composti e gli estrogeni umani: in particolare si è osservato che in alcuni casi le molecole dei fitoestrogeni alterano l’equilibrio ormonale dell’uomo causando effetti negativi sulla sua salute. A seconda del contesto, i fitoestrogeni possono ampliare o ridurre l’effetto degli estrogeni prodotti dall’organismo.
Ma quindi che relazione c’è tra fitoestrogeni e tumore?
Studiare la relazione tra questi composti di origine vegetale e lo sviluppo di tumori è (e sarà) una delle sfide più grandi della comunità scientifica, che attualmente non è ancora giunta a conclusioni definitive sull’argomento. Il legame, infatti, è ancora oggi molto dibattuto ed è probabile che queste sostanze proteggano in alcuni casi e facciano male in altri. Per quanto riguarda, in particolare, il rischio di sviluppare un cancro, l’attenzione degli esperti si è rivolta soprattutto ai tumori più sensibili agli estrogeni, come per esempio quello del seno, dell’endometrio e della prostata.
Seppur con qualche saggia cautela, dagli studi sembra emergere che una dieta ricca di fitoestrogeni (e quindi di legumi, frutta e verdura) offra qualche protezione anche a chi ha già avuto una diagnosi di tumore. Diverso è il discorso legato ai supplementi a base di fitoestrogeni: non serve assumerli a scopo preventivo e non ci sono ancora dati sufficienti per escludere effetti negativi sulla salute.
Chiara Caretoni
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