Salute

Ginocchio: rottura dei legamenti? Ecco cosa fare

Intervento chirurgico sì o no? Ecco tutto quello che devi sapere se hai problemi al crociato posteriore o anteriore

I due legamenti crociati (anteriore e posteriore), assieme a quelli collaterali e alla capsula, sono fondamentali per l’articolazione del ginocchio e la sua stabilità. Roberto D’Anchise è primario dell’unità operativa di chirurgia del ginocchio dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano

L’ANTERIORE È PIÙ A RISCHIO. Il crociato anteriore è quello che si rompe più facilmente, a causa di forti distorsioni del ginocchio unite a una non completa contrazione della muscolatura nel momento del trauma. Capita a chi pratica sport quali sci (come nel caso di Sabrina Salerno), basket, pallavolo, calcio e rugby.

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La rottura, una volta passata la fase acuta con dolore spesso dovuto più alla botta presa dall’osso che al danno al legamento in sé, non comporta problemi nella vita quotidiana; in certi casi neppure ci si accorge. Ma, se non s’interviene, c’è il rischio di cedimenti del ginocchio nei cambi direzione o nei salti quando la muscolatura non è «allertata»: per esempio, atterrando a pallavolo dopo una schiacciata, con tutta l’attenzione rivolta alla palla e non al contatto col campo. Inoltre, il fatto che il ginocchio lavori male può comportare nel tempo la rottura di altre componenti dell’articolazione, come il menisco.

RICOSTRUZIONE IN ARTROSCOPIA. Per ovviare all’instabilità del ginocchio nella maggior parte dei casi si ricorre a un intervento chirurgico, ovviamente dopo un’attenta valutazione clinica che tenga in conto il danno subito, il tipo di lavoro, gli sport praticati e l’età del paziente.

Per un giovane è sempre consigliabile l’operazione, mentre per i meno giovani si può discutere su esigenze e attività della persona interessata. L’intervento, in artroscopia e generalmente ben sopportato, consiste nel ricostruire i legamenti, di solito prelevando, senza comprometterne la funzione, una porzione di tendine rotuleo oppure due tendini dei muscoli semitendinoso e gracile (i trapianti più comuni e normalmente ben tollerati).

Il ricovero dura due giorni, a cui seguono tre-quattro settimane di stampelle e una riabilitazione di quattro o cinque mesi. Se, invece, si decide di non andare sotto i ferri, può sopperire in parte alla mancanza del legamento un forte tono muscolare del quadricipite. Le ginocchiere, piuttosto che i bendaggi, non servono (per impedire eventuali cedimenti bisognerebbe bloccare anche la caviglia, cosa impossibile), se non come aiuto psicologico, in quanto ci fanno prestare maggiore attenzione al ginocchio infortunato.

PER IL POSTERIORE NIENTE BISTURI. La rottura del crociato posteriore è un infortunio meno frequente, spesso dovuta a trauma diretto: la tibia urta contro qualcosa (dal terreno al cruscotto dell’auto) e viene spinta indietro molto violentemente. In questi casi non esiste il rischio di cedimenti futuri, ma solo di possibile usura della cartilagine e, quindi, generalmente non si ritiene necessario intervenire chirurgicamente: un quadricipite tonico può sopperire alla mancanza di questo legamento.

IL GUAIO È QUANDO SI ROMPONO INSIEME. Le lesioni complesse, che coinvolgono i crociati anteriore, posteriore e i collaterali (interno e/o esterno), sono le meno frequenti, dovute di solito a gravi incidenti stradali o sportivi, ma anche molto difficili da trattare chirurgicamente, con un lungo recupero post intervento e il rischio che il ginocchio non recuperi del tutto la stabilità.

Roberto D’Anchise

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