Molto complessa, invalidante e difficile da diagnosticare, la fibromialgia è tuttora una malattia “incompresa” sia dai medici, che spesso non riconoscono i segnali e la confondono con altre patologie, sia dai familiari di chi ne è affetto, che a volte tendono a sottovalutare i sintomi e non dar peso al malessere dei loro cari.
La Giornata mondiale della fibromialgia
In occasione della Giornata mondiale della fibromialgia del 12 maggio, si accendono i riflettori su questa malattia che riguarda circa 2 milioni di italiani, in prevalenza donne. Il dato ancor più allarmante, però, è che «solo il 20% di loro ha una diagnosi di fibromialgia» precisa Gianniantonio Cassisi, segretario del Collegio Reumatologi Italiani (Crei), reumatologo dell’Asl di Belluno e membro dell’Italian Expert Meeting on Fibromyalgia and Chronic Widespread Pain. Il problema nasce anche dal fatto che oggi la diagnosi è esclusivamente clinica, cioè basata sull’osservazione e sulla valutazione della sintomatologia riportata dal paziente. Recentemente, però, alcuni ricercatori dell’Ohio State University di Columbus, negli Stati Uniti, hanno condotto uno studio per individuare le firme molecolari di alcune patologie, tra le quali proprio questa, che tra l’altro ha colpito anche la famosa Lady Gaga. I risultati sono stati piuttosto incoraggianti e, se confermati da nuove ricerche, potrebbero portare allo sviluppo di un test ematico di laboratorio per la diagnosi.
Bisogna formare meglio i medici di base
«Il nostro impegno, dunque, è quello di continuare a studiare questa patologia e fare formazione ai medici di famiglia che sono i primi che vedono i pazienti e che li indirizzano poi dallo specialista di riferimento, cioè il reumatologo. Se ciò non accade, si rischia di ritardare la cura adeguata e procurare danni invalidanti permanenti» spiega Stefano Stisi, presidente del Crei e responsabile della Reumatologia dell’Ospedale Rummo di Benevento.
Cos’è la fibromialgia
Si tratta «di una ipersensibilizzazione del sistema centrale, che fa percepire il dolore in modo amplificato. Spesso può manifestarsi su una base genetica o può essere scatenata da eventi traumatici, per lo più di ordine psicologico o di incapacità di adattamento a condizioni di stress» chiarisce Stisi. Secondo recenti studi, anche il microbiota potrebbe giocare un ruolo chiave, a causa della maggiore permeabilità dell’intestino ai batteri nocivi introdotti con i cibi.
Quali sono i sintomi
La fibromialgia si manifesta con dolore muscolare diffuso, stanchezza eccessiva, disturbi del sonno, di ansia, dell’umore e della sfera cognitiva, che minano seriamente la qualità della vita relazionale e lavorativa delle persone che ne sono affette.
Quali sono i sintomi della fibromialgia?
La comprensione della fibromialgia è la prima cura
Per curare la fibromialgia bisogna innanzitutto comprenderla bene e fino in fondo. «Il primo atto terapeutico di noi medici, infatti, è l’empatia e la comprensione del dolore del paziente, mentre quest’ultimo ha la responsabilità nel processo di cura di sé. Chi soffre di questa sindrome ha a disposizione diversi strumenti, tra cui le terapie non farmacologiche, come l’attività fisica aerobica, la balneoterapia, la terapia cognitivo-comportamentale, il tai chi e il pilates» conclude il Segretario del Crei, Gianniantonio Cassisi.
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