Tutti li conoscono e molti li chiamano “porretti”: sono comunissime escrescenze della pelle dalla consistenza molle, del colore della pelle o poco più scure, del tutto benigne. Stiamo parlando dei fibromi penduli, che il più delle volte si formano nelle pieghe cutanee delle persone con problemi di peso in eccesso e solitamente si sviluppano attorno ai 40-50 anni, sia nell’uomo che nella donna, mentre raramente si manifestano in bambini e ragazzi. «Abitualmente si trovano sulla pelle delle ascelle, del collo, vicino alle palpebre e comunque in prossimità delle pieghe più in generale. Talvolta può trattarsi di un fibroma singolo cosiddetto “a superficie increspata”, localizzato al tronco, specie nella regione lombare, ma può apparire anche sotto forma di molti elementi raggruppati» spiega Alberico Motolese, medico chirurgo specialista in Dermatologia.
Come mai si manifesta?
Se le cause all’origine di queste formazioni cutanee benigne sono ancora sconosciute, alcuni fattori che possono favorirne lo sviluppo risultano però noti: tra questi ci sono lo sfregamento cutaneo e la predisposizione genetica (è infatti piuttosto frequente che i figli di genitori con fibromi penduli manifestino le stesse escrescenze). «I fibromi multipli, poi, risultano associati con una certa frequenza a obesità, alterazioni dei valori del colesterolo e dei trigliceridi e insulinoresistenza».
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Sono formazioni benigne ma in alcuni casi possono sanguinare
In genere sono di piccole dimensioni, ma possono arrivare a pendere dalla superficie cutanea di diversi millimetri. «Ma anche in quest’ultimo caso, poiché i fibromi penduli sono neoformazioni benigne senza possibilità di degenerazione, non vi è alcun rischio per la salute», spiega Motolese. Eppure molte persone optano per la loro eliminazione, perlopiù per motivi estetici e per evitare, qualora raggiungano dimensioni considerevoli o siano posizionati in aree del corpo particolarmente esposte, che possano «strapparsi» perché urtati accidentalmente. «Quando questi fibromi sono situati in particolari aree del corpo come, ad esempio, le pieghe inguinali, possono per trazione o per torsione andare incontro a sanguinamento, dolore e possibilità di necrosi del tessuto», continua Motolese. «Questo generalmente non pone rischi, ma induce il paziente a rivolgersi al dermatologo nel dubbio di conseguenze più o meno severe».
L’intervento di rimozione è veloce e non lascia cicatrici
Rimuovere uno o più fibromi penduli non comporta particolari difficoltà. «Non vi sono controindicazioni assolute alla rimozione dei fibromi, che può essere fatta con anestesia locale e asportazione con forbici chirurgiche, oppure con semplice diatermocoagulazione effettuata con elettrobisturi a elevata frequenza, sempre in anestesia locale, quando si tratti di elementi multipli e piccoli». Bisogna verificare che il paziente non sia allergico agli anestetici locali e per evitare sanguinamenti protratti non deve essere in terapia con farmaci anticoagulanti. L’intervento dura pochi minuti, viene effettuato in ambulatorio e la guarigione completa solitamente avviene in pochi giorni e senza lasciare tracce e cicatrici.
Lascia perdere i rimedi casalinghi
Un lungo capello o un filo sottile annodato stretto alla loro base è il metodo casalingo con cui tradizionalmente venivano rimossi i fibromi penduli. «Mediamente, nel giro 3-5 giorni il fibroma va in necrosi poiché si chiude il piccolo vaso sanguigno che alimenta la neoformazione, e poco dopo si verifica il distacco», dice il dermatologo Alberico Motolese. «Se l’escrescenza non è piccolissima, però, “strozzarla” con il filo può essere complicato, lungo, doloroso e con un risultato estetico imperfetto». Da evitare, invece, altri rimedi domestici che sono inefficaci (come tamponare i fibromi con aceto di mele, tea tree oil o limone), o che possono creare complicazioni, come tagliarli con una forbice dalle lame sterilizzate o strapparli con l’aiuto di un nastro adesivo.
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