Cinque anni fa una sentenza della Consulta ha introdotto la possibilità di accedere alla fecondazione eterologa in Italia e circa 20.000 coppie hanno avuto un figlio grazie a ovuli o spermatozoi donati. La fecondazione eterologa, infatti, si verifica quando il seme o l’ovulo provengono da un soggetto esterno alla coppia. In questo si differenzia dalla fecondazione assistita omologa, in cui il seme o l’ovulo utilizzati per la gravidanza appartengono alla coppia.
Il turismo procreativo
Tuttavia, il cosiddetto “turismo procreativo” non si è interrotto e potrebbe tornare ad aumentare nei prossimi mesi. «Dal prossimo 29 aprile è a rischio l’attività di importazione di gameti in molti Centri di Procreazione Medicalmente Assistita, che praticano eterologa in Italia» denuncia Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni e avvocato. Questo perché entro quella data i centri di Pma che utilizzano gameti importati devono essere certificati da parte del Centro Nazionale Trapianti. «Tuttavia, per ritardi organizzativi dovuti anche alle Regioni, molti centri non hanno potuto essere ispezionati e quindi non hanno avuto certificazione. Abbiamo pertanto scritto al ministro della Salute Giulia Grillo – spiega Antonio Guglielmino, presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) – per chiedere una ulteriore proroga del termine, almeno fino a fine anno».
Accesibilità difficile
Secondo i dati del registro nazionale sulla Procreazione medicalmente assistita, le coppie che hanno avuto accesso all’eterologa in Italia sono passate da 2.462 del 2015 a 5.450 del 2016 (+121%). Mentre per il 2017 e 2018 si stima un aumento annuo di circa il 20%, «per un totale, dal 2014 al 2019, di almeno 20.000 eterologhe effettuate nei centri italiani» continua Guglielmino. Non si può negare, però, che siano ancora molte le difficoltà di accesso a questa metodica. Come spieghiamo in questo articolo, l’accesso all’eterologa, nonostante la recente introduzione nei Livelli essenziali di assistenza, rimane difficile e spesso impraticabile.
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Pochi centri e costosi
«Ad effettuarla – sottolinea Gianni Baldini, direttore della Fondazione PMA Italia – sono circa 90 centri, per lo più privati e presenti al Centro Nord. Oltre alla migrazione interregionale, inoltre, ancora circa 3.000 coppie ogni anno scelgono di farla all’estero, per via di minori attese, prezzi concorrenziali e la possibilità di avere gameti non congelati». Ad oggi, infatti, spermatozoi e ovociti, sono quasi sempre importati, previo criocongelamento, tramite biobanche straniere.
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Mancano i donatori
Tra le cause, precisa Filomena Gallo «il fatto che in Italia non risulta operativo il registro nazionale dei donatori, istituito con la Legge di Stabilità 2015. A bloccarlo, anche il mancato recepimento della direttiva comunitaria sulla donazione di gameti». Un danno ripartato dall’adozione, da parte del Consiglio dei ministri, di uno schema che indica a quali esami e screening debbano sottoporsi i donatori. «Speriamo – conclude Guglielmino – che la nuova disciplina possa contribuire a far avviare le donazioni anche in Italia. Fino ad oggi infatti, non potevano esser svolte campagne per promuovere questo gesto di altruismo».
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