È capitato a chiunque di comprare una confezione di pillole, consumarne solo una parte e riporre il blister nel cassetto delle medicine, dimenticandosene fino a quando non sono scadute. Dopo anni di annunci e smentite finalmente è partito un progetto voluto dell’Agenzia del farmaco per poter vendere i farmaci sfusi o monodose.
Vengono gettate molte tonnellate di farmaci ogni anno
Del resto i dati parlano molto chiaramente. Il Rapporto rifiuti urbani Ispra del 2016, che ha preso in esame solo un quarto dei comuni italiani, ha contato 1.270 tonnellate di medicinali presenti nei rifiuti. Il costo sociale è doppio: da una parte il prodotto comprato e non utilizzato, dall’altro il prezzo che paghiamo per smaltire questi rifiuti speciali.
D’accordo la ministra della Salute, Giulia Grillo
Già nella scorsa legislatura l’attuale ministra della Salute, Giulia Grillo, quando era deputata del Movimento Cinque Stelle aveva avanzato una proposta nella direzione anti spreco. Il cambiamento non sarà banale. Contemporaneamente devono cambiare il modo di produrre i farmaci e quello di prescriverli.
Farmaci venduti sfusi: n diversi Paesi già avviene
La fase pilota, come ha spiegato Luca Li Bassi, direttore generale dell’Aifa in diverse interviste, dovrebbe partire entro pochi mesi. Esistono già Paesi come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti dove i farmaci possono essere già acquistati in monodose o sfusi.
Il vero problema per molti è la scarsa aderenza alla terapia
In realtà qualche passo avanti in chiave anti spreco anche in Italia è già stato messo a disposizione dei pazienti. Esistono confezioni di antibiotici che tengono conto del numero di pillole che dobbiamo assumere. Ci sono anche antidolorifici che vengono venduti in confezioni modulate.
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