Dal rimedio per il mal di testa a quello per il raffreddore, sono circa 15 milioni gli italiani che si affidano ai motori di ricerca sul web per trovare una soluzione ai loro malanni. Di loro, però, ben 8 milioni sono vittime di informazioni sbagliate. È il dato sulle fake news e salute il dato più allarmante della ricerca del Censis “Il valore socio-economico dell’automedicazione”, realizzata in collaborazione con Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione).
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Le differenze per età
Chi si affida a internet per la salute? Soprattutto i millenials, ovvero i nati tra gli anni Ottanta-Novanta e Duemila, che attualmente rientrano nella fascia di età 15-35 anni. Di loro, il 36,9% usa il web per cercare informazioni su come curare piccoli disturbi, mentre degli adulti, chi cerca di automedicarsi online, circa 3,5 milioni si imbatte in indicazioni mediche sbagliate.
Fake news e salute: internet al terzo posto
Google non è la principale fonte di informazione: ai primi due posti rimangono il medico di base, con il 53%, e il farmacista, con il 32 per cento. Il web, però, si sta facendo spazio piano piano e il ricorso ai siti web riguarda ad oggi il 28,4% dei casi (la maggior parte si affida a siti generici dedicati alla salute, mentre una piccola percentuale a siti istituzionali, come Ministero della Salute, e ai social network).
In aumento il fai-da-te
Più della metà degli italiani è convinto che in caso di piccoli disturbi (quelli più comuni, come il mal di schiena, il raffreddore, la tosse, il mal di gola, l’influenza etc) ci si possa curare da soli con farmaci da banco, senza bisogno della ricetta medica. La tendenza all’automedicazione (oggi al 73%) è aumentata nel tempo: nel 2007 era pari al 64,1%. Il “fai-da-te” per rimediare a piccoli disturbi va bene (gli stessi specialisti la consigliano), ma deve essere sempre fatto seguendo delle regole. Per quanto riguarda le informazioni su nuove terapie o scoperte scientifiche, invece, attenzione a ciò che trovate online: a fondamento di certe notizie devono esserci sempre studi pubblicati su riviste scientifiche e preferibilmente anche il commento di uno specialista o di chi ha condotto la ricerca.
Le regole dell’automedicazione
Prima di tutto bisogna farlo nel rispetto dei consigli di medici e dei farmacisti. Anche la ricerca sul web può essere utile se si ascoltano interviste a esperti, svolte da testate giornalistiche di cui è riconosciuta l’autorevolezza. Seconda cosa, leggere sempre il foglietto illustrativo. E terzo rivolgersi al medico se dopo alcuni giorni dall’assunzione del farmaco da banco il disturbo persiste o peggiora.
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