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Esami del sangue
Spesso può capitare che sugli esiti dei nostri esami del sangue compaiano le sigle IgG e IgM, con valori variabili, relative a una o più malattie virali (come, ad esempio, la toxoplasmosi). Non di rado, infatti, il medico prescrive un prelievo del sangue per verificare la presenza di un’infezione ancora in corso o un avvenuto contagio passato. Ma cosa esprimono questi due valori? E qual è la differenza tra uno e l’altro? Ce lo spiega Mauro Sapienza, Direttore Unità Operativa Complessa di Medicina Interna dell’Ospedale Umberto I di Enna.
Immunoglobuline G (IgG)
«Le immunoglobine G (IgG) sono gli anticorpi più numerosi all’interno dell’organismo» inizia Sapienza. «Vengono prodotte in seguito a un’infezione e rimangono in circolo per tutta la vita, garantendoci quindi un’immunità totale nei confronti dell’agente patogeno in questione. Sono considerate l’elemento più importante nelle risposte immunitarie secondarie, cioè quelle che intervengono quando entriamo di nuovo in contatto con un antigene che ci ha già infettato in passato. Si tratta di un valore importante perché, avendo una “memoria storica”, ci dice se abbiamo contratto un virus in precedenza» continua il dottore.
Immunoglobuline M (IgM)
«Le immunoglobine M (IgM) sono gli anticorpi che vengono prodotti non appena si sviluppa un’infezione. Sono, infatti, i primi in ordine temporale a essere secreti» ricorda Sapienza. «Se le IgM sono presenti nei referti delle analisi del sangue significa che c’è un’infezione in corso. Non appena l’attacco virale sarà debellato, questi anticorpi spariscono dal circolo sanguigno».
Qualche esempio pratico
Quando possiamo trovare i valori IgG e IgM negli esiti delle analisi del sangue? «Per fare qualche esempio, le immunoglobine G e le immunoglobine M sono presenti quando dobbiamo verificare se c’è stata o se è in corso un’infezione da Toxoplasmosi, Mononucleosi (Virus Epstein-Barr), Citomegalovirus (CMV), Rosolia» conferma Sapienza.
Quindi, riassumendo…
La presenza di anticorpi IgM nel sangue indica un recente contagio, che fa sì che l’infezione sia ancora in corso. La presenza di anticorpi IgG, invece, può indicare un’infezione passata, ormai debellata, o testimoniare l’efficacia di un vaccino fatto.
Chiara Caretoni
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