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L’ernia del disco
L’ernia del disco è la fuoriuscita fra due vertebre della componente fibroso-elastica, ovvero il disco intervertebrale, che si rompe e va a comprimere i fasci nervosi della colonna, provocando un forte mal di schiena.
Microdiscectomia
È l’intervento più usato. Con il microscopio operatorio si fa una piccola incisione e si elimina l’ernia dividendola in frammenti. La microchirurgia permette di ridurre l’entità di erosione delle lamine ossee che devono essere rimosse per raggiungere l’ernia. In questo modo si avranno meno cicatrici e dolore nella zona lombare e un recupero più veloce. L’intervento, in anestesia generale o locale a seconda del paziente, prevede in genere almeno una notte in ospedale. Dopo un mese dall’operazione bisogna sottoporsi a un ciclo di fisioterapia. Solo in pochi casi compresi tra il 5 e il 7% l’ernia al disco può tornare.
Discectomia endoscopica
Attraverso un piccolo taglio, si strappa via l’ernia. L’intervento dura 45 minuti. Può essere eseguito in day hospital con anestesia epidurale, ma se il paziente è d’accordo anche solo con una leggera sedazione. Dopo pochi giorni si può riprendere le proprie attività. È controindicata se il disco è migrato nel canale spinale, in caso di stenosi e di elevata instabilità spinale. In meno del 10% dei casi si forma una nuova ernia.
Ozonoterapia
Si chiama anche discolisi e richiede un primo passaggio in cui l‘ozono, che ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, viene iniettato nei muscoli. In un secondo momento a distanza di qualche giorno l’ozono viene iniettato direttamente nel disco, disidratandolo. I risultati sono visibili dopo 4-10 settimane a seconda dei casi. Il Consiglio Superiore di Sanità la definisce però una procedura a significativo rischio di complicanze.
Coblazione
Usa un elettrodo per vaporizzare il disco. È utile per rimuovere piccole ernie, il cui dolore non è alleviato dalle terapie farmacologiche. L’operazione dura circa mezz’ora e ha rischi molto bassi. Viene eseguita in anestesia locale o con una leggera sedazione anche in laboratorio.
Nucleoaspirazione
È indicata nella cura delle ernie protuse, ma è difficile da eseguire se si tratta dell’ultimo disco lombare. Permette di sgonfiare il tessuto inserendo un ago nel disco intervertebrale per rimuovere il contenuto. L’intervento dura tra i 30 e i 40 minuti e viene eseguito in day hospital in anestesia locale. Il riposo a letto è consigliato per due settimane, mentre si può tornare alla propria attività normale dopo un mese. I casi in cui l’ernia si riforma sono frequenti.
Chimonucleolisi
L’ernia si scioglie iniettando nel disco intervertebrale un enzima proteolitico estratto dalla papaia, la chimopapaina. Questa tecnica è ormai poco diffusa. Viene utilizzata solo per ernie in fasi iniziali, quando il disco non è ancora fuoriuscito completamente dalla sede. È possibile che il dolore permanga fino a tre mesi dopo l’intervento.
Nucleoplastica
Conosciuta anche con il nome inglese di Intradiscal electrothermal therapy, usa un elettrodo scaldato a circa 50°, che disidrata l’ernia in un intervento ad anestesia locale. Può essere combinata con la somministrazione di ozono. È consigliata in caso di ernie ancora contenute, soprattutto se causano lombalgie croniche ripetute. Nell’80% dei casi il dolore regredisce in due-tre mesi, ma il risultato non è sempre immediato.
Discectomia laser
Un raggio laser vaporizza il disco attraverso delle cannule. Difficile usare questo intervento se è coinvolto l’ultimo disco lombare.
Neurolisi endoscopica
Chiamata anche epidurolisi, riduce la strozzatura dei nervi. È utile per curare il dolore lombare che segue interventi chirurgici inefficaci. Si inserisce una sonda sottile che permette di liberare i nervi all’interno della colonna vertebrale da aderenze che possono derivare da restringimenti del canale osseo e da traumi. È molto efficace e sicura.
Protesi
È usata soprattutto a livello cervicale, dove viene inserita al posto del disco danneggiato, che viene rimosso. È sconsigliata nei casi di artrosi avanzata, nell’osteoporosi grave e in presenza di deformità spinali cervicali. Il recupero funzionale è in genere molto veloce, anche se si tratta di un intervento importante, che richiede un’incisione a livello dell’addome.
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