Quindicimila persone in Italia soffrono di epatite Delta. Nonostante sia considerata la più grave forma di epatite virale esistente, se ne parla pochissimo. Nel mondo sono tra i 10 e i 20 milioni i pazienti che ne sono interessati. All’incirca un paziente di epatite B su dieci ne è colpito. Meno della metà di loro però fanno il test per capire se hanno anche la Delta.
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Epatite Delta: veloce progressione, è la forma più grave
I dati arrivano dalla Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e dall’Associazione italiana per lo studio del fegato (Aisf). Le due società scientifiche hanno redatto un documento congiunto per migliorare la diagnosi e la gestione del paziente con epatite Delta. Il lavoro è stato presentato in occasione del XXI Congresso nazionale della Simit, che ha avuto luogo a Roma. Oltre all’urgenza della diagnosi, gli esperti spiegano quali siano anche i modi per prevenire la malattia e quelli per trattarla.
Arriva il documento degli esperti
A questo proposito Simit e Aisf chiedono che tutti i pazienti con epatite B siano testati per capire se hanno anche gli anticorpi della Delta, almeno una volta nel corso della loro vita. In caso di positività, si raccomanda di eseguire la rilevazione e la quantificazione dell’HDV-RNA sierico. Si indicano anche i test raccomandati.
Il virus dell’epatite D per infettare le cellule epatiche ha bisogno della presenza dell’epatite B. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità l’infezione può verificarsi secondo due modalità:
- infezione simultanea da virus B e D. In questo caso si verifica un epatite clinicamente simile all’epatite B
- sovrainfezione di virus D in un portatore cronico di epatite B. Si verifica allora una nuova epatite acuta a volte fatale.
Come si trasmette l’Epatite Delta?
La modalità di trasmissione è la stessa dell’epatite B e il periodo di incubazione va da 2 a 8 settimane. Il virus dell’epatite Delta si trasmette quando veniamo a contatto con liquidi biologici, quali sangue e suoi derivati, sperma e liquidi vaginali infetti. La trasmissione può avvenire anche da madre infetta al bambino al momento del parto.
Si chiede che i pazienti affetti da Epatite Delta siano seguiti da centri epatologici altamente specializzati. Sono quelli ritenuti idonei per il trattamento dell’Epatite C. Occorre anche uno stretto contatto con centri di trapianto di fegato nel caso in cui la progressione della malattia debba portare a questa strategia.
Ci sono terapie?
L’Epatite Delta non solo è la forma più grave di epatite virale esistente, con capacità di provocare cirrosi e tumore al fegato con tassi molto più elevati rispetto alle altre epatiti. Gli esperti riconoscono che ci sono anche strumenti terapeutici limitati. A breve arriverà un nuovo farmaco rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale. Si chiama bulevirtide. Permetterà di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con Epatite Delta, permettendo di trattare anche senza interferone pazienti che prima non potevano ricevere alcuna terapia.