L’emorragia gastrointestinale può avvenire in modo subdolo con un lento sgocciolamento, come un rubinetto che perde lentamente, e rilevabile solo con la ricerca del sangue nelle feci. O può avvenire in modo drammatico con un sanguinamento acuto dalla bocca (ematemesi) o dall’ano di color nero (melena) o rosso chiaro (ematochezia). Più frequente nell’età senile, può presentarsi però anche tra i giovani. Marco Soncini, direttore dell’unità operativa complessa di gastroenterologia ed endoscopia digestiva presso l’azienda ospedaliera San Carlo Borromeo di Milano, spiega come affrontare un’emorragia gastrointestinale.
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Quali sono le cause dell’emorragia gastrointestinale?
I motivi che possono determinare un sanguinamento sono molteplici e possiamo definirli in base a tre distretti.
- Distretto alto: comprende esofago, stomaco e duodeno. La causa più frequente è rappresentata dall’ulcera gastrica o duodenale, responsabile di circa il 60% dei casi. Seguono le erosioni gastroduodenali, le varici esofago-gastriche nei pazienti cirrotici, e più raramente malformazioni vascolari e neoplasie.
- Distretto intermedio: comprende il piccolo intestino, lungo circa 6 metri. Sopra i 40 anni la causa più comune è rappresentata dall’angiectasia (una malformazione vascolare). Seguono le ulcere indotte dai farmaci antinfiammatori e la malattia celiaca e, in età inferiore ai 40 anni, malattia di Crohn, tumori, diverticolo di Meckel.
- Distretto inferiore: è costituito dal colon-retto. La causa più comune è rappresentata dai diverticoli del colon con circa il 50% dei casi. Seguono colite ischemica, emorroidi, polipi e tumori del colon-retto.
Quali sono le diagnosi?
La diagnosi del sanguinamento gastrointestinale superiore si avvale principalmente dell’endoscopia, in grado di raggiungere facilmente esofago, stomaco e duodeno. Per il distretto inferiore ci si avvale della colonscopia con la possibilità di effettuare biopsie. Più complesso lo studio del tratto intermedio, che può essere esaminato con una capsula dotata di telecamera in grado di esplorare, in oltre il 90% dei casi, tutto il piccolo intestino e dare informazioni fondamentali per un’eventuale enteroscopia, in grado di percorrere lunghi tratti dell’intestino.
Quali sono le terapie per l’emorragia gastrointestinale?
Nel caso di sanguinamento gastrointestinale superiore, una volta identificata la lesione, con l’endoscopia si è in grado di arrestare l’emorragia tramite iniezioni di adrenalina, clips o cauterizzazioni. Nel caso il sanguinamento provenga dal distretto inferiore e ci si trovi di fronte a lesioni o tumori è possibile intervenire subito bloccando il sanguinamento o se possibile rimuovendo il tumore. Se la sede del sanguinamento è il tratto intermedio è possibile intervenire tramite enteroscopia.
Quali sono le misure di prevenzione dell’emorragia gastrointestinale?
Occorre fare maggiore attenzione ai farmaci, specie agli antinfiammatori non steroidei (Fans) che, se presi per lunghi periodi e in alcuni casi senza protezione gastrica, possono determinare ulcere e sanguinamenti. Il rischio di un’ulcera duodenale e gastrica è poi maggiore se è coesistente la presenza di Helicobacter pylori. Differente è la prevenzione della malattia diverticolare del colon, che si avvale principalmente di una corretta alimentazione, adeguata idratazione ed esercizio fisico.
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