Lo sport è una componente importante della vita di tutti, anche di chi ha l’emofilia. Questa malattia rara, causata dal deficit di una proteina (il fattore VIII nell’emofilia A, il fattore IX nell’emofilia B) coinvolta nella coagulazione del sangue, non è d’ostacolo all’esercizio fisico. Anzi l’emofilico trova particolare giovamento dalla pratica sportiva pertanto, oltre a essere incentivato e spronato dagli specialisti, è lui stesso stimolato a svolgerla.
Emofilia: tutto quello che c’è da sapere
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Emofilia: i benefici dell’attività fisica
Le persone affette da emofilia dovrebbero iniziare a fare sport già nei primi anni di vita, per poi continuare anche in età adulta. In questi individui l’attività fisica è fondamentale per mantenere integra la funzionalità delle articolazioni e dei muscoli che, talvolta, possono danneggiarsi a causa dei sanguinamenti interni. L’allenamento costante può prevenire il deterioramento di queste strutture, rinforzandole e aumentandone la stabilità. Allenarsi, poi, aiuta a mantenere sotto controllo il peso corporeo e apporta benefici sugli apparati respiratorio e cardiovascolare. Dal punto di vista terapeutico, invece, l’esercizio fisico può diventare parte integrante di un percorso riabilitativo laddove si siano verificate emorragie a carico dell’apparato locomotore.
Allenarsi a casa: i video-tutorial di Bayer
Fare sport è importante ma in tempi di Coronavirus può essere più complicato, specialmente per chi ha una o più patologie croniche conclamate. Per venire incontro all’impossibilità di recarsi fisicamente in palestra, in piscina o in un centro multidisciplinare, Bayer ha aperto uno spazio virtuale dedicato a tutte le persone con emofilia che vogliono mantenersi in forma anche a casa. Questo contenitore online, che si chiama #mipiacesetimuovi, ospita sei video-tutorial realizzati dalla fisioterapista osteopata Elena Anna Boccalandro con esercizi specifici per tonificare, migliorare l’equilibrio e imparare a fare stretching nel modo giusto. Una pillola video è dedicata interamente ai più piccoli, invitati a svolgere gli stessi movimenti che farebbero in un campo di basket o in una vasca piena d’acqua. Così non solo si stimola l’immaginazione ma si stimola l’attività motoria.