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L’embolia polmonare
Si verifica quando, da un trombo che si è formato in una vena profonda, si staccano dei frammenti, che prendono appunto il nome di emboli.
La versione polmonare dell’embolia non deve essere confusa con l’embolia che colpisce i sub. In quel caso è causata dalla formazione di bolle di gas nel sangue.
Gli emboli vengono trasportati dal flusso del sangue fino al cuore e da qui raggiungono le arterie del polmone. All’interno di questo organo i vasi sanguigni sono piccoli e gli emboli possono causare un’ostruzione.
Quali sono le cause dell’embolia polmonare?
La causa principale è la presenza di una trombosi venosa profonda. I fattori di rischio sono le malattie cardiovascolari, come l’infarto e lo scompenso cardiaco, la familiarità, l’età, il diabete, la gravidanza, i traumi agli arti inferiori, tumori. Anche gli interventi chirurgici o lunghi periodi di immobilizzazione possono essere pericolosi. A volte può colpire anche dopo un viaggio in aereo di diverse ore.
Quali sono i sintomi?
Sono diversi a seconda della gravità. Nei casi più semplici può essere asintomatica, mentre negli stadi più gravi ci possono essere mancanza di respiro, tosse, dolore al torace. Qualche volta l’insorgere dei sintomi è violentissimo. Altre manifestazioni possono essere la tachipnea e la tachicardia, seguiti da dolore toracico, stati di ansia, dispnea (sensazione di mancanza di fiato), dolore toracico, collasso cardiocircolatorio e ipotensione.
La diagnosi dell’embolia polmonare
La diagnosi non è semplice. I sintomi sono simili a quelli di molte malattie respiratorie o cardiovascolari. Danno una buona garanzia la scintigrafia polmonare, l’AngioTAC o l’angiografia.
Spesso si procede anche con esami di laboratorio ed elettrocardiogramma.
Quali sono le terapie?
All’inizio è farmacologica con trombolitici e anticoagulanti, specie se impiegati velocemente. A volte invece si deve ricorrere all’intervento chirurgico per asportare gli emboli.
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