Il Focus è di Riccardo C. Gatti, psichiatra e psicoterapeuta, direttore del dipartimento delle dipendenze della Asl di Milano
Chi si trova a fare i conti con una dipendenza patologica, spesso ne sviluppa altre e può passare da una a un’altra, come è successo anche all’attore Robert Downey jr (puoi leggere la sua testimonianza qui). Per questo, in genere, chi dipende da una droga può contemporaneamente esserlo anche da altre sostanze legali o illegali che siano; così come chi ha un rapporto alterato con il gioco d’azzardo, spesso abusa di diverse sostanze, dall’alcol alle sigarette ai farmaci. E lo stesso succede a chi è dipendente dal sesso. Le combinazioni sono le più varie.
CAUSE
La nostra fragilità nei confronti di una cosa o di una sostanza in parte è predefinita, anche geneticamente, ma in parte varia nel corso della vita in relazione a quello che ci accade. Quando si parla di dipendenze patologiche gli esperti tendono a dichiarare, per ciascuna situazione, percentuali variabili tra il 2 e il 6% della popolazione, ma si tratta di stime. In realtà nessuno ha dati certi in merito. Sappiamo quante persone si rivolgono ai Servizi pubblici per curare una tossicodipendenza da droghe o da alcol ma, ad esempio, nessuno sa esattamente quante persone siano dipendenti da farmaci.
LA FORZA DI USCIRNE
Si può uscirne? Certamente, tenendo presente che si tratta sempre di percorsi complessi e lunghi. Alcune persone riescono a liberarsene da sole, cambiando completamente stile di vita e relazioni con l’ambiente, riuscendo a cogliere l’occasione e a trovare la forza per farlo: non è semplice, però, e non sempre finisce nel migliore dei modi, perché le ricadute sono all’ordine del giorno e da soli è difficilissimo riemergerne. Il mio consiglio è di evitare il fai-da-te e cercare di individuare un percorso personalizzato con l’aiuto di terapeuti esperti in questa particolare patologia. Il Servizio sanitario nazionale offre una rete di Servizi per le tossicodipendenze (Sert) che intervengono in modo multidisciplinare per quanto riguarda le dipendenze da droghe, da alcol e, di recente, anche da gioco d’azzardo. Esistono poi progetti locali che, di volta in volta, affrontano anche altre dipendenze patologiche.
INTERVENTI MIRATI
Per avere possibilità di successo il trattamento deve prevedere interventi che permettano di ricostruire un equilibrio perso e prevenire le condizioni di ricaduta o di passaggio da una dipendenza a un’altra. Questo richiede tempo, a volte l’impiego di farmaci, e percorsi psicoterapici di diverso tipo all’interno di programmi individualizzati che possono anche coinvolgere partner o familiari. In alcuni casi sono indicati percorsi da seguire soggiornando all’interno di comunità terapeutiche, in altri la partecipazione a gruppi di auto-aiuto. Anche l’attività fisica, può giocare un ruolo importante nell’iter di recupero, come è successo a Robert Downey. Correre, nuotare, praticare arti marziali, andare in bicicletta… Qualsiasi impegno fisico, se affrontato con disciplina e metodo, permette di riattivare e stabilizzare quei meccanismi cerebrali, spesso soffocati da ciò che crea dipendenza, che sono alla base della produzione di neurotrasmettitori e del funzionamento di circuiti cerebrali legati alle sensazioni di piacere e a un miglior equilibrio generale.
IL RUOLO DEGLI AFFETTI
Anche l’amore e il sostegno di familiari, fidanzati, coniugi, figli, amici aiuta, ma, attenzione, da solo non cura! Se non è adeguatamente supportato all’interno del percorso terapeutico può addirittura creare danni. Chi vuole rendersi utile, senza essere preparato a farlo, spesso sbaglia la misura e, non di rado, rischia di essere trascinato nello stesso tunnel di sofferenza e malattia di chi voleva aiutare.
Tratto da OK Salute e benessere luglio 2015
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