Salute

Donna baffuta? Scherzi dell’ovaio policistico

Le cisti ovariche possono portare a un eccesso di peluria e acne. La pillola risolve il problema

Donna baffuta sempre piaciuta, recita il proverbio. Siamo così sicuri? In realtà, massime a parte, l’irsutismo è un disturbo che colpisce circa il 15% delle ragazze. Dietro a questo fenomeno spesso c’è la sindrome dell’ovaio policistico.

Ovaio policistico: di cosa si tratta?

Come spiega la ginecologa Rossella Nappi, si tratta di uno squilibrio ormonale dovuto a un cattivo funzionamento delle ovaie. In particolare, continua la dottoressa, si verifica un’eccessiva produzione di ormoni maschili rispetto a quelli femminili.

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Sindrome dell’ovaio policistico: cos’è, sintomi e cure

Tra gli scherzi dell’ovaio policistico c’è l’effetto “donna baffuta”

Lo squilibrio ormonale altera il ritmo mestruale in più dell’80% dei casi. Inoltre, causa l’effetto “donna baffuta”, come si diceva all’inizio. Aumenta, infatti, la peluria sul viso e/o sul corpo. Può aumentare anche il peso e possono comparire fastidiosi brufoletti. Tutto può amplificarsi nei momenti di tensione, a causa dell’interferenza di altri androgeni prodotti nei momenti di stress dal surrene.

Come si diagnostica

L’ovaio policistico si può diagnosticare facilmente durante una vista ginecologica con l’ecografia vaginale e con dosaggi ormonali, attraverso esami del sangue specifici. Approfondisci qui l’argomento

Trattamenti

In genere si prescrive una pillola a base di estroprogestinici specifica per questa condizione. L’anticoncezionale è in grado di regolarizzare il ciclo mestruale e aiuta a migliorare le condizioni della pelle e del peso. Ma la pillola non è l’unica opzione: ecco tutte le altre

Intervento chirurgico

Può capitare che una delle cisti dell’ovaio s’ingrandisca. Se supera i 5 centimetri di grandezza e non si riassorbe nel giro di tre-quattro mesi, si interviene in laparoscopia per eliminarla, senza toccare l’ovaio. L’intervento si fa in anestesia generale con una notte di ricovero. Una sonda con una microtelecamera viene inserita in corrispondenza dell’ombelico con una piccola incisione. La cavità addominale viene quindi distesa introducendovi dell’anidride carbonica. In pratica, si crea lo spazio per muovere gli strumenti operatori (come coagulatori, forbici e pinze). Questi vengono infilati attraverso altre piccole incisioni di cinque millimetri sulla parete dell’addome inferiore. Sono taglietti che non lasciano segni vistosi. È possibile che la paziente, dopo l’intervento, avverta un senso di tensione addominale, che tende a scomparire in 12-24 ore.

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