È importante ricordare le regole per donare il sangue, visto che torna a scendere il numero dei giovani che decidono di donarlo, anche a causa dell’epidemia, soprattutto per quanto riguarda i donatori più giovani. “In estate la situazione si fa più delicata. In particolare, chiediamo uno sforzo ai giovani: l’età media dei donatori aumenta e scarseggiano i donatori tra i 18 e i 30 anni”, ha riferito Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana.
Il dato positivo è che la raccolta di sangue effettuate dalla Cri registra un aumento: +45% nel 2021 rispetto al 2020, ma siamo lontani dal coprire tutto il territorio nazionale in modo omogeneo.
In questo articolo
Regole per donare il sangue: i requisiti
Donare è un gesto de amore e senso civico, che può essere fatto da chi risponde a precisi requisiti:
- Bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni.
- Bisogna avere un peso superiore ai 50 kg.
- La pressione arteriosa massima deve essere compresa tra 110 e 160 mm Hg, quella minima tra 60 e 100 mm Hg.
- Le pulsazioni devono essere comprese tra 50 e 100 battiti al minuto (con frequenza inferiore se si pratica attività sportiva).
- L’emoglobina non deve essere inferiore a 12,5 g/dL nelle donne e 13,5 g/dL negli uomini.
- Nelle ultime 6 ore il donatore non deve aver consumato pasti abbondanti ma non deve nemmeno essere a digiuno da più di 15 ore.
- Si può donare il sangue solo se non si hanno avuto gravi malattie in passato né si sta seguendo una terapia farmacologica.
Attenzione al comportamento sessuale
Essere sinceri sulle proprie abitudini sessuali quando ci si sottopone al colloquio per l’idoneità alla donazione del sangue non equivale a dire quale sia il proprio orientamento sessuale. Che gli aspiranti donatori omosessuali vengano esclusi dalla pratica della donazione è solo un luogo comune. In realtà i medici si limitano a valutare se il comportamento sessuale possa essere considerato potenzialmente pericoloso per chi dovrebbe ricevere il sangue donato. Nel caso in cui si siano verificati rapporti eterosessuali, omosessuali o bisessuali con partner occasionale, con soggetti tossicodipendenti o con persone nate in Paesi in cui l’Aids è una malattia diffusa, bisogna aspettare 4 mesi dall’ultima esposizione prima di poter tornare a donare il sangue. Se il comportamento sessuale attuale, abituale o reiterato espone ad alto rischio di contrarre malattie infettive trasmissibili con il sangue, la sospensione invece è permanente. Le preferenze sessuali – è bene ricordarlo – non sono affatto vincolanti.
Donare con tatuaggi e piercing si può?
Chi ha tatuaggi e piercing può donare il sangue? È un dubbio più che lecito che va chiarito subito: sì, le persone con tattoo e fori nelle orecchie (ma anche da altre parti) possono candidarsi per la donazione. L’importante è che dopo essersi sottoposti a queste pratiche si aspetti 4 mesi prima di donare: in questo periodo, infatti, si è più esposti a infezioni che potrebbero essere trasmesse con la trasfusione.
Regole per donare il sangue: durante il ciclo o in gravidanza si può?
Le donne che vogliono fare una donazione devono sapere che durante il ciclo mestruale e la gravidanza non possono assolutamente donare il sangue. Dopo il parto o dopo un aborto, invece, permane la sospensione dalle donazioni per 6 mesi.
Donare durante l’assunzione di farmaci si può?
Per quanto riguarda la sospensione relativa all’assunzione di farmaci, il periodo di sospensione può variare (temporaneo e definitivo) a seconda del principio attivo del farmaco prescritto e della malattia oggetto di cura.
- Nel caso di assunzione di antibiotici e antimicotici (per via endovenosa, intramuscolare o per bocca), antidiarroici, antivertiginosi la sospensione dalla donazione di sangue è di 15 giorni.
- Se siamo venuti in contatto con persone affette da patologie infettive ed esantematiche (come varicella, morbillo, scarlattina, ecc) non si può donare per un mese.
Regole per donare il sangue: attenzione alle cure odontoiatriche
Che dovessimo sospendere la donazione (temporaneamente o in modo permanente) in presenza di alcune malattie (come tumori maligni, diabete, disturbi cardiovascolari) e dopo aver subito trapianti era abbastanza prevedibile. Pochi sanno, però, che anche nel caso di cure odontoiatriche bisogna interrompere la donazione per un tempo limitato.
- Se ci siamo sottoposti ad applicazione di ponte dentario, corona, otturazioni e cure da parte di odontoigienista (come ad esempio l’ablazione del tartaro), è meglio lasciar passare 2 giorni prima di donare il sangue.
- Per le estrazioni dentarie, devitalizzazioni e impianti con perno sintetico la sospensione è di 7 giorni;
- Per gli innesti ossei, l’interruzione è di 4 mesi.
Regole per donare il sangue: i viaggi “esotici” possono essere un problema?
Andare in alcune zone del mondo espone al rischio di malattie infettive, che possono essere trasmesse con le trasfusioni di sangue. Questo non significa che chi varca i confini italiani per raggiungere mete esotiche e tropicali (ma non solo) non può più donare il sangue: spesso si tratta solo di una sospensione temporanea. Ad esempio, se abbiamo soggiornato in zone endemiche per la malattia della Febbre del Nilo (West Nile Virus) dobbiamo aspettare un mese dal nostro ritorno per poter nuovamente donare; se ci siamo recati in zone endemiche per malattie tropicali e malaria, il tempo di sospensione è di 6 mesi. Insomma, se siamo stati all’estero recentemente o se abbiamo intenzione di andarci, è meglio controllare l’elenco dei Paesi a rischio.
Quanti tipi di donazioni esistono?
- Oltre alla donazione di sangue intero, che è la raccolta di 420-450 ml di sangue contenente globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e plasma, è possibile donare i singoli componenti del sangue attraverso una procedura chiamata aferesi.
- Solo il plasma (plasmaferesi), cioè la componente liquida del sangue grazie alla quale le cellule sanguigne possono circolare. Questa donazione dura dai 35 ai 50 minuti e si effettua nei centri trasfusionali abilitati. Tra una donazione e l’altra possono trascorrere anche solo 14 giorni perché il plasma si rigenera repentinamente.
- Donare solo le piastrine (piastrinoaferesi), cioè gli elementi del sangue che contribuiscono alla coagulazione e bloccano le emorragie. Questa donazione dura all’incirca un’ora e mezza e anch’essa va eseguita all’interno di strutture trasfusionali abilitate a questo tipo di operazione. Si possono effettuare solo 6 donazioni all’anno.
- Si possono effettuare donazioni multiple delle componenti ematiche, come ad esempio l’eritroplasmaferesi (globuli rossi e plasma), eritropiastrinoaferesi (globuli rossi e piastrine), plasmapiastrinoaferesi (plasma e piastrine) e donazione di piastrine raccolte in due sacche.
- Infine c’è l’autotrasfusione, una procedura grazie alla quale si può trasfondere a un soggetto il sangue prelevato dallo stesso. Questo tipo di trasfusione può servire nel caso di interventi chirurgici programmati per compensare le eventuali perdite ematiche.
Regole per donare il sangue: cosa fare dopo la donazione?
Dopo aver donato il sangue è bene seguire alcune semplici precauzioni. Nel corso della giornata è consigliato:
- Bere acqua in abbondanza,
- Evitare l’attività fisica intensa (come ad esempio allenamento in palestra, nuoto, corsa),
- Non praticare hobby particolarmente rischiosi che possano compromettere salute e sicurezza personale.
- Non mettersi al volante per tragitti lunghi.
In caso di malessere dobbiamo avvertire subito il Centro presso il quale ci siamo rivolti per la donazione. Dopo esserci sottoposti al prelievo, abbiamo anche la possibilità di ristorarci e reintegrare i liquidi gratuitamente nella struttura dove abbiamo donato.
Ogni quanto si può donare il sangue?
Si può donare il sangue intero ogni 90 giorni, anche se la frequenza annua varia a seconda del genere: gli uomini possono donare 4 volte all’anno, mentre le donne in età fertile solo 2 all’anno (perché sono già soggette a perdite ematiche a causa del ciclo mestruale). Donare il sangue con una frequenza superiore a quella prevista dai limiti di legge non rappresenterebbe un grave pericolo per la salute. Se gli uomini donassero ogni 8 settimane e le donne ogni 12 settimane, le scorte di sangue farebbero registrare un’impennata al prezzo di effetti collaterali minori. Lo stabilisce uno studio britannico condotto su oltre 45.000 persone, i cui risultati sono pubblicati sulla rivista The Lancet.
La frequenza delle donazioni
Nonostante la lunga storia delle donazioni di sangue, finora non sono mai stati condotti studi clinici mirati a valutare l’intervallo ottimale tra una donazione e l’altra. Questa lacuna ha fatto sì che venissero assunte linee guida diverse da Paese a Paese. In Italia, ad esempio, la legge prevede un massimo di quattro donazioni all’anno per l’uomo e due per la donna in età fertile. Con un intervallo minimo di 90 giorni fra un prelievo e l’altro. In Francia e Germania gli uomini possono donare ogni otto settimane e le donne ogni 12. Mentre in Gran Bretagna gli uomini donano al massimo ogni 12 settimane e le donne ogni 16. Calendario diverso per gli Stati Uniti, dove entrambi i sessi possono donare ogni otto settimane.
Lo studio
Per fare chiarezza, i ricercatori britannici hanno condotto una sperimentazione di due anni che ha coinvolto 45.000 donatori maggiorenni, divisi in gruppi a seconda della frequenza delle donazioni. Gli uomini hanno donato ogni 12, 10 e 8 settimane, mentre le donne hanno donato ogni 16, 14 e 12 settimane. All’inizio e alla fine della sperimentazione, e poi a distanza di 6, 12 e 18 mesi, tutti i partecipanti hanno compilato dei questionari per valutare la qualità di vita e i sintomi relativi alla donazione di sangue. Inoltre sono stati sottoposti a test per verificare i livelli di ferro ed emoglobina nel sangue.
Donare di più è sicuro
Tirando le somme, le donazioni più frequenti (ogni 8 settimane per gli uomini e ogni 12 settimane per le donne) hanno permesso di aumentare le scorte di sangue rispettivamente del 33% e del 24%, senza causare un aumento di eventi avversi gravi e senza peggiorare la qualità di vita, la funzione cognitiva o il livello di attività fisica dei donatori.
Ma c’è un prezzo da pagare
E’ anche vero, però, che sono aumentati sintomi come stanchezza, giramenti di testa, fiato corto: a soffrirne maggiormente sono stati gli uomini, colpiti anche dapalpitazioni e gambe senza riposo. Le analisi del sangue dei donatori più assidui hanno inoltre rivelato carenze di ferro e bassi livelli di emoglobina, tanto che un terzo delle persone ha dovuto posticipare almeno una volta la donazione proprio a causa dell’emoglobina sotto il livello soglia.
Gestione più mirata
«Con il loro gesto altruistico, i donatori rappresentano già un’importante fonte di sangue e non dovrebbero essere chiamati a pagare l’ulteriore prezzo della carenza di ferro», commenta Edward Murphy, dell’Università della California a San Francisco. «I centri trasfusionali ora hanno gli strumenti necessari per monitorare i loro donatori adeguando gli intervalli tra una donazione e l’altra oppure provvedendo con integratori di ferro».