I calcoli biliari provocano la colelitiasi o calcolosi della colecisti è una malattia caratterizzata dalla formazione di calcoli all’interno della colecisti (o cistifellea), il piccolo sacco in cui si deposita la bile, utile per la digestione dei grassi. È un disturbo che interessa il 15% circa della popolazione italiana. I calcoli sono costituiti per la maggior parte da colesterolo e si formano perché i componenti della bile, prodotta dal fegato e raccolta nella colecisti, alterano il loro equilibrio portando alla formazione di cristalli che progressivamente diventano calcoli.
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Calcoli biliari: quali sono i sintomi?
L’80% circa dei pazienti portatori di calcoli sono asintomatici. Questo vuol dire che non hanno alcun disturbo e non necessitano di trattamenti, eccetto casi particolari (anziani, diabetici). Nel restante 20%, il sintomo classico è costituito da coliche biliari, episodi di dolore intenso e prolungato nella parte alta e destra dell’addome che si estende verso la schiena.
Il dolore insorge in genere dopo i pasti e dura qualche ora, associato a nausea e vomito. Altri sintomi, più lievi, sono la dispepsia (o cattiva digestione) per cui ci si accorge di digerire lentamente, di sentire un sapore amaro in bocca, di avvertire pesantezza allo stomaco. La febbre invece è un sintomo caratteristico della colecistite acuta, una complicanza della colelitiasi, dovuta all’infezione batterica della bile contenuta nella colecisti.
Quali sono le complicanze?
Se non diagnosticata in tempo, la calcolosi della colecisti può provocare temibili complicanze quali:
- l’infezione della bile,
- l’infiammazione della colecisti,
- la migrazione dei calcoli nelle vie biliari,
- l’infiammazione del pancreas,
- molto più raramente lo sviluppo di un cancro della colecisti.
In questi casi è sempre richiesta una terapia medica o chirurgica impegnativa.
Quali sono le terapie per i calcoli biliari?
La terapia della colelitiasi sintomatica, cioè quella accompagnata da almeno una colica biliare, è la colecistectomia, ovvero l’asportazione combinata della colecisti e dei calcoli che evita in questo modo recidive.
La chirurgia laparoscopica permette di evitare l’incisione addominale tradizionale. Il chirurgo fa 3-4 incisioni di alcuni millimetri attraverso le quali vengono introdotti gli strumenti per eseguire l’intervento. La colecistectomia laparoscopica richiede l’anestesia generale, dura un’ora circa. Di solito comporta una degenza postoperatoria di 1-2 giorni, contro gli 8-10 della tecnica ad addome aperto. Superato l’immediato periodo postoperatorio, non richiede limitazioni dietetiche particolari.
Si può vivere senza cistifellea?
Il corpo si adatta. La bile passa direttamente dal fegato al duodeno continuando a svolgere la sua funzione digestiva dei grassi. Solo nel 10% dei casi la rimozione della colecisti può comportare un aumento del transito intestinale con episodi di diarrea. Se il problema persiste si riequilibra la condizione intestinale con cure a base di farmaci antidiarroici o antispastici, oppure di altro tipo.
In ogni caso è utile seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, consumando almeno un paio di porzioni di frutta e verdura al giorno. Importante la regola dei cinque piccoli pasti. È essenziale non saltare la colazione, il pranzo, la cena, gli spuntini a metà mattina e a metà pomeriggio e mangiare a intervalli regolari.