Il disturbo bipolare (o maniaco-depressivo) interessa oltre 3 milioni di italiani. È una malattia caratterizzata da gravi alterazioni dell’umore, delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Chi ne soffre può sentirsi al settimo cielo e, nel giro di poco tempo, cadere nella disperazione più totale senza un motivo apparente. Inspiegabilmente la patologia è ancora avvolta nel mistero e troppo spesso sottovalutata.
In questo articolo
Il disturbo bipolare è una malattia vera e propria
Per fare chiarezza iniziamo a riconoscere che si tratta di una malattia vera e propria. Se non viene trattata in modo idoneo, può avere conseguenze importanti e risultare anche molto invalidante. In sostanza si tratta di un disturbo caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, e quindi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti.
Circa 6 pazienti su 10 hanno anche almeno un altro disturbo psichiatrico. Spesso questi problemi sono legati ad abuso di sostanze. Molti manifestano anche attacchi di panico, agorafobia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi di personalità e disturbi alimentari.
Quanti tipologie di disturbo bipolare esistono?
Il disturbo bipolare può essere distinto in:
- Disturbo bipolare I. Per avere una diagnosi di questo tipo è necessario e sufficiente che ci sia un episodio maniacale nella storia clinica della persona.
- Disturbo bipolare II. Per la diagnosi è necessaria la presenza di almeno un episodio ipomaniacale e uno depressivo maggiore.
- Disturbo ciclotimico. Per la diagnosi è necessario per almeno due anni avere numerosi periodi con sintomi ipomaniacali e depressivi (fase mista).
La fase maniacale e ipomaniacale
In questa fase la persona manifesta comportamenti ritenuti socialmente inappropriati, spesso vede impennarsi la propria energia sessuale. Si può diventare estremamente disinibiti e il desiderio può diventare impellente. Ci si sente molto euforici. Si ha la sensazione di avere enormi potenzialità personali, fino a sperimentare anche il delirio di onnipotenza. Si ha così tanta fiducia in sé stessi da commettere azioni impulsive, che possono mettere a rischio la sicurezza propria o degli altri.
L’umore disforico
Ci sono casi però dove questa fase è caratterizzata prevalentemente da umore disforico, con una sensazione di ingiustizia subita e quindi con la presenza di grande irritabilità, rabbiosità e intolleranza. In questa fase possono comparire sensazioni di essere perseguitati e/o controllati che può diventare vera e propria convinzione delirante. Spesso queste sensazioni sono accompagnate da un comportamento aggressivo, con scarsa capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni.
La fase depressiva
Questa fase segue spesso quella maniacale o ipomaniacale. A volte da una fase si passa immediatamente all’altra, altre volte intercorre un periodo di umore normale o pieno di ansia. Si diventa apatici, nulla è interessante o coinvolgente, l’umore è molto basso. Ci si sente privi di energia. Si può dormire e mangiare sia tantissimo, sia pochissimo. Le fasi depressive possono essere talmente gravi da portare al suicidio o ad atti autolesionistici.
La fase mista
Questa fase comprende sintomi depressivi e maniacali contemporaneamente, o in rapida e continua alternanza. Si passa dal riso al pianto molto velocemente. Ci si entusiasma e poi improvvisamente ci si sente tristi. Frequentemente la persona in questa fase soffre di una pervasiva ansia e irritabilità.
Quali sono le cause del disturbo bipolare?
Come accade spesso con le malattie con una forte componente psicologica è difficile individuarne le cause. Tuttavia si ipotizza che le cause scatenanti siano:
- un consumo eccessivo di caffè, alcol, droga o altri stimolanti,
- le gravi irregolarità del sonno,
- una bassa qualità di vita,
- alcuni farmaci.
- Il rischio di sviluppare questo disturbo, inoltre, è maggiore del 20% per i familiari di primo grado dei pazienti.
Come si cura
Il primo obiettivo è correggere le alterazioni dell’umore con un’adeguata cura farmacologica con stabilizzatori dell’umore e antidepressivi, sotto attento controllo di un medico specialista. Il trattamento farmacologico, però, deve essere associato alla psicoterapia cognitivo-comportamentale, che consente di avere una maggiore stabilizzazione dell’umore e una più significativa riduzione delle ricadute.
Ultimamente si è messa a punto anche una terapia a base di privazione del sonno, unita alla light therapy.