La displasia dell’anca, detta anche lussazione congenita dell’anca (Lca) o displasia congenita dell’anca (Dca), è una patologia relativamente diffusa nella popolazione mondiale con un’incidenza nel neonato che varia dall’1 per mille al 5 per mille, a seconda dei Paesi. Differente l’incidenza tra uomo e donna: la casistica parla di patologie sei volte superiori nel sesso femminile. Che cos’è la displasia dell’anca? Si tratta di un difetto di formazione delle anche che, durante lo sviluppo embrio-fetale, possono perdere i rapporti normali e determinare la fuoriuscita della testa del femore dalla sua sede, che è il cotile (bacino).
Cause
Predisposizioni genetiche, embrionarie e fetali in interazione con fattori ambientali possono generare nel neonato la displasia dell’anca, tanto più grave se si manifesta nella formazione dell’embrione. La lussazione congenita dell’anca può essere associata a sindromi genetiche e fare parte di un corredo di varie altre patologie.
Diagnosi
La displasia dell’anca si diagnostica attraverso un esame clinico (segno di Ortolani) e una ecografia neonatale che va eseguita al primo mese di vita e ripetuta al terzo-quarto mese. Altrimenti, nei bambini oltre 7-8 mesi o negli adulti la diagnosi avviene mediante radiografia. Prima si diagnostica la displasia congenita, prima si instaura terapia adeguata e prima si ottengono buoni risultati. L’uso della ecografia neonatale delle anche dagli anni Ottanta ha permesso di debellare quasi completamente la displasia dell’anca.
Terapia
La cura per la displasia dell’anca consiste nel ricercare una posizione di ricentratura della testa femorale nella sua sede naturale, il bacino, attraverso i divaricatori e, come ultima ratio, la chirurgia.
• Se l’anca è centrata, ma con segni di displasia del cotile, si interviene subito con apposito divaricatore o tutore ortopedico, un attrezzo che mette in posizione corretta e terapeutica le anche. Esistono vari divaricatori a seconda della gravità della displasia.
• Se le anche non si centrano con il divaricatore, si deve eseguire un gesso apposito previa riduzione manuale della lussazione in anestesia.
• Se anche dopo il gesso non si ottiene una centratura stabile della testa del femore, si deve operare. L’intervento consiste nell’aprire l’articolazione dell’anca, liberare la testa femorale dalle aderenze e anomalie della capsula articolare e posizionarla correttamente nella sua sede anatomica.
Conseguenze
Che succede se non si cura da bambini la displasia dell’anca? Se l’anca resta lussata dopo una certa età (quattro-cinque anni) diventa quasi impossibile riposizionarla, per cui ne consegue una grave zoppia, detta deambulazione anserina (tipica camminata dell’oca). Ne derivano in età adulta alterazioni artrosiche che possono portare alla necessità di una protesi d’anca.
Focus a cura del professor Massimo Paleari dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano.
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