Una delle complicanze più temute del diabete di tipo 2 è la nefropatia diabetica che costringe i pazienti al ricorso alla dialisi o al trapianto. Uno studio ‘made in Italy’, appena pubblicato sulle pagine del Journal of Pathology, delinea una nuova strategia per proteggere i reni dal danno progressivo e mantenerne intatta la funzione di ‘filtro’ del sangue. La chiave risiederebbe nel cervello: il Bdnf, Brain derived neurotrophic factor, è una molecola naturalmente prodotta dal cervello per nutrire i neuroni e sembra avere lo stesso effetto anche sui podociti, un tipo di cellule dei glomeruli renali.
A scoprirne l’azione è stato un gruppo di ricerca della Fondazione D’Amico. L’anatomia dei podociti nei reni è molto simile a quella dei neuroni nel cervello: sono dotati di peduncoli che gli consentono di comunicare tra loro, in una vera e propria rete, velocizzando la trasmissione delle informazioni da una cellula all’altra. I ricercatori hanno dimostrato che il Bdnf esercita un effetto protettivo sulla struttura dei podociti, riducendo la perdita proteica che si verifica quando i glomeruli vengono meno alla loro funzione di barriera e lasciano passare nell’urina anche sostanze che dovrebbero trattenere. Per gli scienziati «si apre la speranza concreta di poter combattere e sconfiggere la nefropatia diabetica e altre malattie del glomerulo renale sinora incurabili». (CP)