Salute

Diabete: trapianto di isole pancreatiche fa regredire la malattia

È un successo il primo autotrapianto a una paziente. Speranze e limiti di questo nuovo trattamento

Potrebbe rappresentare una rivoluzione nelle cure del diabete il trapianto di isole pancreatiche. Una donna cinese di 25 anni è diventata la prima paziente al mondo con diabete di tipo 1 a ricevere un trapianto di isole pancreatiche create utilizzando staminali riprogrammate dalle sue stesse cellule. Questo traguardo pionieristico, descritto sulla rivista Cell, potrebbe rappresentare una rivoluzione nel trattamento del diabete.

Cosa sono le isole pancreatiche e perché sono importanti?

Le isole pancreatiche sono gruppi di cellule che producono insulina, l’ormone necessario per regolare i livelli di glucosio nel sangue. Nei pazienti con diabete di tipo 1, queste cellule vengono distrutte dal sistema immunitario, causando una mancanza di insulina e una dipendenza costante dalle iniezioni.

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Come funziona il trapianto di isole pancreatiche da staminali?

Il trattamento consiste nel prelevare cellule dalla paziente, riprogrammarle in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), e successivamente trasformarle in cellule delle isole pancreatiche. Queste vengono poi trapiantate nel pancreas per ripristinare la produzione di insulina. A un anno dall’intervento, la paziente può consumare zuccheri senza il bisogno di monitorare la glicemia o effettuare iniezioni di insulina.

Vantaggi e sfide del trapianto di isole pancreatiche

Uno dei maggiori vantaggi di questa procedura è che, trattandosi di un autotrapianto, non è necessario l’uso di immunosoppressori. Si tratta di farmaci che vengono normalmente utilizzati per prevenire il rigetto quando le cellule provengono da un donatore. Questo amplia notevolmente il potenziale per estendere il trattamento a una maggiore platea di pazienti affetti da diabete di tipo 1.

Diabete di Tipo 1: una malattia diffusa

Il diabete di tipo 1 colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Fino a oggi, i pazienti erano costretti a convivere con una dipendenza cronica dalle iniezioni di insulina, che devono essere calibrate a ogni pasto in base ai livelli di glucosio nel sangue. La possibilità di ripristinare la produzione endogena di insulina potrebbe significare una svolta nel trattamento di questa malattia.

Prospettive future e ricerche in corso

Anche se i risultati di questo studio sono promettenti, ci sono ancora diverse sfide da affrontare. La paziente trattata era già in terapia con immunosoppressori per via di un precedente trapianto di fegato, quindi non è ancora chiaro se l’autotrapianto protegga le cellule dal sistema immunitario. Inoltre, il follow-up è stato limitato a un solo anno.

In futuro, sarà necessario condurre studi su un numero maggiore di pazienti e con un periodo di monitoraggio più lungo. Tuttavia, questo risultato rappresenta una nuova speranza per i pazienti con diabete di tipo 1 e apre la strada a ulteriori ricerche sull’uso delle staminali per la cura del diabete.

Conclusioni

La possibilità di trapiantare isole pancreatiche create a partire dalle cellule del paziente stesso potrebbe rivoluzionare il trattamento del diabete di tipo 1, riducendo la dipendenza dalle iniezioni di insulina e migliorando la qualità della vita. Sebbene questa tecnica sia ancora in fase sperimentale, i risultati iniziali sono estremamente promettenti e potrebbero segnare l’inizio di una nuova era nella gestione del diabete.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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