Rischio di fratture più alto negli anziani malati di diabete di tipo 2: la struttura delle loro ossa è infatti più fragile, sebbene l’esame MOC possa rivelare una densità ossea normale. È quanto dimostra uno studio pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Research dagli esperti dell’Istituto per la ricerca sull’invecchiamento Hebrew SeniorLife di Boston, negli Stati Uniti.
Lo studio
I ricercatori hanno preso in esame oltre 1.000 persone fra i 40 e gli 87 anni che erano già state arruolate nel famoso “Framingham Study”: 129, in particolare, soffrivano di diabete di tipo 2. Tutti i partecipanti sono stati esaminati una prima volta tra il 2005 e il 2008 e poi, tra il 2012 e il 2015, sono stati sottoposti ad una tomografia computerizzata quantitativa periferica ad alta risoluzione (HR-pQCT) per valutare la qualità dell’osso.
Ossa fragili
I referti indicano che gli anziani diabetici presentano un indebolimento strutturale dell’osso corticale, ovvero quella porzione di tessuto più densa che riveste la superficie dell’osso. Sarebbe dunque questa microarchitettura alterata a rendere le ossa più fragili: basti pensare che il rischio di frattura del collo del femore si può impennare anche del 40-50%.
Più prevenzione
«Le fratture negli anziani diabetici rappresentano un serio problema di salute pubblica che potrà solo aumentare con l’invecchiamento della popolazione e la diffusione dell’epidemia di diabete», commenta Elizabeth Samelson, coordinatrice dello studio. «I nostri risultati – continua l’esperta – individuano dei deficit scheletrici che potrebbero contribuire all’aumento del rischio di fratture e, in ultima analisi, apre la strada a nuove strategie per la prevenzione e il trattamento».
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