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Demenza: un prelievo e un elettroencefalogramma predicono chi si ammalerà

Uno studio italiano ha messo a punto un doppio test combinato che permette di svelare chi, tra coloro che hanno già un lieve declino cognitivo, svilupperà in futuro una forma di demenza

Un doppio test combinato, veloce e low cost, predice chi si ammalerà di demenza. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS – Università Cattolica in collaborazione con l’IRCCS S.Raffaele Pisana e pubblicato sulla prestigiosa rivista Annals of Neurology.

Bastano un prelievo e un elettroencefalogramma

Un semplice esame del sangue, in grado di condurre un’indagine genetica, e un elettroencefalogramma, che fornisce informazioni sulla connettività cerebrale, possono svelare se una persona è a rischio o meno di sviluppare demenza.

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Chi lo può fare

Il doppio test è rivolto a tutti coloro che presentano un lieve declino cognitivo – in Italia sono circa 735.000 – e che proprio per questo hanno un rischio 20 volte più elevato di ammalarsi di demenza rispetto ai coetanei sani. A oggi, infatti, non è possibile prevedere chi svilupperà una forma di demenza in maniera semplice, economica e non invasiva ma sono necessari esami onerosi come Pet, risonanza magnetica e puntura lombare

Cosa cambierà in futuro

Se una persona presenta già piccole défaillance cognitive, misurabili attraverso i normali test neuropsicologici (che in genere vengono effettuati per modesti deficit di memoria o perché c’è una significativa familiarità di demenza), e risulta positivo al doppio test combinato, può poi sottoporsi agli esami più specifici (Pet, risonanza magnetica, puntura lombare) per una diagnosi ancora più accurata. Ciò consentirebbe di evitare esami invasivi a tutti quegli individui non destinati a sviluppare forme di demenze e di  iniziare il trattamento farmacologico già nella fase del lieve declino cognitivo.

Il test verrà collaudato

«Il test è utilizzabile da subito nella pratica clinica» conferma Paolo Maria Rossini, direttore dell’Area di Neuroscienze della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS e ordinario di Neurologia all’Università Cattolica, «ma è previsto un suo “collaudo” all’interno di un progetto di ricerca comparativa denominato Interceptor, di recente finanziato da AIFA e Ministero della Salute. Nel trial il nostro e altri test saranno messi a confronto per valutare la loro accuratezza, i loro costi e la loro facilità di esecuzione all’interno di un modello organizzativo su scala nazionale».

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