Il sonno è fondamentale per ristorare la mente e il corpo, che durante il giorno sono continuamente bombardati da stimoli e sottoposti ad attività impegnative, salvaguardare la propria efficienza fisica e ricaricare le pile a dovere. Dormire poco e male, al contrario, può avere delle ripercussioni più o meno serie sullo stato di benessere: nelle ore diurne, infatti, si possono verificare una diminuzione della concentrazione e della memoria, irritabilità e aggressività, senso di spossatezza generale e debolezza ma anche problematiche più serie, come ipertensione e patologie cardiovascolari.
Quando si parla di insonnia?
Con il termine “insonnia” si intende un’alterazione della quantità e della qualità del sonno notturno. Si tratta, però, di una sensazione soggettiva e non obiettiva: ciascuno di noi, infatti, ha esigenze individuali in merito alla durata di riposo di cui necessita. Alcune persone devono dormire 8-9 ore per sentirsi veramente rigenerate, per altre sono sufficienti anche solo 5-6 ore, senza risentirne affatto.
Perché si dorme poco?
Ma come mai, spesso di punto in bianco, non si riesce più a dormire adeguatamente? Alla base di questa anomalia possono esserci stili di vita sregolati e cattive abitudini, come concedersi pasti abbondanti e sostanziosi, coricarsi a orari sempre diversi, fare troppi sonnellini durante il giorno e usare smartphone e tablet a lungo poco prima di addormentarsi. In altri casi, a scatenare l’insonnia sono fattori psicologici, come ansia e stress, o vere e proprie malattie, come depressione e patologie tiroidee. Come suggerisce nell’intervista Carolina Lombardi, Responsabile del centro di medicina del sonno dell’Istituto Auxologico e docente presso l’Università degli studi di Milano Bicocca, prima di intraprendere una terapia è più che mai necessario comprendere la natura del problema, affidandosi a un buon centro specializzato.
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