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Cuore e cervello in forma
Cuore e cervello vanno a braccetto. Gli studiosi dell’American Heart Association e dell’American Stroke Association, le organizzazioni americane impegnate nella lotta alle malattie cardiache e all’ictus, sottolineano che esiste un legame molto stretto tra questi due organi vitali, che necessitano di un adeguato afflusso di sangue per poter funzionare al meglio.
Il problema è l’aterosclerosi
In alcune persone questo afflusso viene rallentato da vasi sanguigni bloccati o ristretti a causa dell’aterosclerosi, che può dare origine a infarti e ictus. I fattori di rischio di questa patologia, però, possono essere corretti e modificati con interventi mirati principalmente sugli stili di vita.
I fattori di rischio sono gli stessi dell’Alzheimer
«Gli stessi fattori di rischio dell’aterosclerosi sono anche responsabili del declino cognitivo e dell’Alzheimer. Seguendo 7 semplici passi, non solo si possono prevenire infarto e ictus, ma anche prevenire i danni cognitivi e mantenere in salute il cervello» commenta Philip Gorelick, co-autore delle linee guida diffuse dalle due associazioni.
Tieni sotto controllo
la pressione arteriosa
Quando la pressione è troppo alta può danneggiare le arterie che, indurendosi, richiedono al cuore uno sforzo maggiore per far circolare il sangue. Questa condizione viene chiamata ipertensione arteriosa e rappresenta un fattore di rischio per una serie di problemi cardiocircolatori.
I rischi dell’ipertensione
L’ipertensione è responsabile di patologie cardiocircolatorie come l’infarto, l’ingrossamento del muscolo cardiaco o lo scompenso cardiaco. L’aumento della forza esercitata contro la parete può danneggiare i vasi sanguigni, nei quali si possono formare delle protuberanze (aneurismi). Danni di questo tipo possono avvenire nel cervello e portare a pericolose emorragie ma non solo: l’ipertensione può essere associata anche a difficoltà cognitive.
Quali sono i valori normali
I parametri da prendere in considerazione sono due: la pressione minima (diastolica) e la pressione massima (sistolica). Il valore della minima deve essere compresa tra 60 e 79 mmHg mentre il valore della massima deve essere tra 90 e 119 mmHg. Il risultato è considerato nella norma se i valori sono inferiori a 120/80 mmHg.
Monitora il colesterolo
Se il colesterolo, che è un grasso indispensabile per il funzionamento delle nostre cellule, è presente nel sangue in quantità eccessiva può mettere in pericolo la salute cardiovascolare. I due tipi principali sono il colesterolo “buono” (HDL), che viaggia dal fegato ai tessuti periferici e poi viene eliminato, e il colesterolo “cattivo” (LDL), che nel tragitto dal fegato ai tessuti si deposita sulla parete delle arterie (favorendo l’insorgenza di placche aterosclerotiche).
Quali sono i valori normali
Bisognerebbe mantenere i livelli del colesterolo totale (HDL e LDL) al di sotto dei 200 mg/dl di sangue. È considerato “moderatamente alto” quando le sue concentrazioni ematiche sono incluse tra 200 e 239 mg/dl e “alto” quando raggiungono o superano i 240 mg/dl.
Mantieni normale il livello
degli zuccheri nel sangue
Quando i livelli di zucchero nel sangue sono troppo elevati si parla di iperglicemia. Questa condizione è il sintomo principale del diabete ma, a lungo andare, può portare alla comparsa di altre complicanze molto pericolose per la salute.
I rischi dell’iperglicemia
L’iperglicemia, associata al diabete, può alterare il funzionamento di diversi organi: a correre i rischi maggiori sono gli occhi, i reni, il sistema nervoso, il cuore e i vasi sanguigni. L’aumento di glucosio nel sangue, inoltre, può danneggiare i nervi, scatenando le neuropatie diabetiche, e può scatenare infezioni della pelle, ai denti e alle gengive.
Quali sono i valori normali
La glicemia è la concentrazione degli zuccheri (glucosio) nel sangue. Bisognerebbe mantenere i valori della glicemia tra 70 e 100 mg/dl. Si parla di pre-diabete quando i valori permangono tra 100 e 125 mg/dl e di iperglicemia quando i livelli sono uguali o maggiori a 126 mg/dl.
Svolgi regolare attività fisica
Per avere effetti positivi sulla salute cardiorespiratoria, l’attività fisica dovrebbe essere praticata in sessioni da almeno 10 minuti fino a raggiungere i 150 minuti a settimana.
Qualche idea in più
Quale attività fisica si potrebbe praticare? Una camminata veloce almeno 5 volte a settimana o attività fisica di intensità elevata (nuoto, corsa, bicicletta) almeno 3 volte a settimana.
La tua dieta deve essere sana
Un’alimentazione sbilanciata, ricca di sale e povera di fibre, combinata a una vita sedentaria rappresenta un’importante fattore di rischio per l’insorgenza di numerose malattie. Per mantenere il cuore e il cervello in salute, è importante seguire una dieta equilibrata che apporti anche tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno: tra questi, proteine, carboidrati e grassi.
Le giuste proporzioni
È importante assumere questi nutrienti in proporzioni adeguate. Quali sono le corrette proporzioni? Il 15-20% circa delle calorie assunte quotidianamente dovrebbe provenire dalle proteine, il 55-60% dai carboidrati e il 25-30% dai grassi. Senza dimenticare, però, vitamine, minerali e acqua.
I cibi da preferire e quelli da evitare
Tra le fonti di acidi grassi monoinsaturi che possono aiutare ad aumentare il colesterolo buono sono inclusi le olive, l’avocado, la frutta secca, l’olio d’oliva. I grassi polinsaturi si possono assumere mangiando pesce grasso (come salmone, sgombro, aringa, tonno, acciughe) e i crostacei (gamberetti, astice e aragosta). Ottimi anche le noci e i semi di lino.
Cerca di perdere
i chili di troppo
Il sovrappeso e l’obesità sono fattori di rischio che contribuiscono all’insorgenza di patologie cardiovascolari. Per sapere se siamo sottopeso, peso normale, in sovrappeso o obesi, dobbiamo calcolare l’indice di massa corporea, che è il parametro che mette in relazione il peso corporeo di una persona con la sua altezza.
Come si calcola l’indice di massa corporea
Calcolare l’indice di massa corporea è semplice: basta dividere il peso, misurato in kg, per l’altezza al quadrato, misurata in metri (kg/m²). Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è da considerare nella norma un indice compreso tra 18,50 e 24,99 kg/m² (normopeso). Al di sotto dei 18,50 kg/m² si parla di sottopeso, tra i 25,00 e i 29,99 kg/m² c’è una condizione di sovrappeso e a partire dai 30,0 kg/m² c’è obesità.
Non fumare
Il fumo rappresenta un importante fattore di rischio sia per l’apparato broncopolmonare sia per quello cardiovascolare in quanto aumenta la pressione arteriosa, la tendenza del sangue a coagulare e riduce la tolleranza all’esercizio fisico. Il fumo inoltre riduce il colesterolo buono aumentando il rischio di l’insorgenza di problemi cardiovascolari.
Quando si smette: i benefici
- Dopo 20 minuti. La pressione sanguigna torna nella norma, il battito cardiaco si regolarizza, la temperatura di mani e piedi torna normale.
- Dopo 8 ore. Nel sangue sparisce ogni traccia di monossido di carbonio e di nicotina, i polmoni iniziano a liberarsi dal muco e dai residui del fumo.
- Dopo 48 ore. Migliorano il senso dell’olfatto e del gusto e i bronchi si rilassano.
- Dopo 3 mesi. La circolazione del sangue aumenta, diminuiscono fiato corto e affaticamento.
- Dopo 9 mesi. La tosse svanisce, il funzionamento dei polmoni aumenta fin del 10% e si sente di avere più energie a disposizione.
- Dopo 1-5 anni. Il rischio cardiovascolare sarà dimezzato rispetto a quello del fumatore e il rischio di morire di tumore al polmone diminuisce.
- Dopo 10 anni. Diminuisce il rischio di sviluppare altri tipi di tumore.
- Dopo 15 anni. Il rischio di morire a causa di un tumore al polmone torna a essere simile a quello corso da una persona che non ha mai fumato.
Fonte: Viaggio al Cuore del Problema di Danacol in collaborazione con Policlinico A. Gemelli di Roma e Università Cattolica del Sacro Cuore
Chiara Caretoni
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