Francesco raggiunge la maggiore età proprio due settimane prima che in Italia scoppiasse l’epidemia Covid-19. Quando spegne le candeline dei suoi 18 anni, attorniato da amici e familiari, non sa che di lì a poco la sua vita avrebbe preso una piega inaspettata. Il coronavirus lo ha colpito e, a differenza di altri giovani che hanno contratto il SARS-CoV-2 in forma lieve, lo ha fatto duramente. Covid ha danneggiato irrimediabilmente i suoi polmoni, impedendo ogni capacità di respirare normalmente. A salvarlo è stato un trapianto record eseguito al Policlinico di Milano, con un percorso che prima di oggi era stato tentato solo in Cina.
In questo articolo
Covid distrugge i polmoni del ragazzo
Il ragazzo, perfettamente sano e senza alcuna patologia pregressa, inizia ad accusare i primi sintomi il 2 marzo. A far preoccupare è la febbre alta, che non accenna a diminuire. Pochi giorni dopo, viste le sue condizioni di salute, il 18enne viene ricoverato nella terapia intensiva dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, dove viene anche intubato. Il virus lo aggredisce in maniera seria, tanto che i medici sono costretti a collegare il giovane alla macchina ECMO per la circolazione extracorporea. Tutti tentativi vani: Covid non si arresta e compromette i suoi polmoni definitivamente.
In un confronto con gli esperti della Chirurgia Toracica e Trapianti di Polmone del Policlinico si decide di tentare con la donazione di polmoni. Si tratta di una strada mai percorsa fino a quel momento se non in Cina e a Vienna, dove comunque i casi si contano sulle dita di una mano. Gli specialisti, però, decidono di provare il tutto per tutto e procedono.
Gli specialisti decidono di procedere con un trapianto di polmoni
Da questo momento si mette subito in moto la macchina operativa. Il team di specialisti pianifica l’intervento nei minimi dettagli mentre le condizioni del paziente passano al vaglio della task force infettivologica, che deve proteggere il sistema-trapianti da Covid. Dopo il parere positivo il ragazzo finisce nella lista d’attesa urgente nazionale e dopo qualche settimana si individuano polmoni idonei, donati da una persona deceduta in un’altra regione e negativa al coronavirus. Si predispongono il prelievo dell’organo e il trasporto a Milano.
Il trapianto, che costituisce già di per sé un intervento delicato, è stato eseguito in una situazione di emergenza sanitaria straordinaria per il Paese. «Considerate le difficoltà con le quali andavamo a operare, tra dispositivi di protezione contro il virus e caschi ventilati, abbiamo programmato un cambio di equipe chirurgica, anestesiologica e infermieristica. Questo per consentire a tutti di riprendere fiato» commenta Mario Nosotti, direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia toracica all’Università degli Studi di Milano.
Covid è sconfitto: il trapianto riesce perfettamente
In sala operatoria il pool di specialisti ha potuto constatare l’entità del danno a carico dei polmoni del giovane. «Sono apparsi lignei, estremamente pesanti e in alcune aree del tutto distrutti. L’esame microscopico ha confermato un diffuso danno degli alveoli polmonari, ormai impossibilitati a svolgere la loro funzione, con note di estesa fibrosi settale» continua Nosotti. Fortunatamente l’intervento riesce alla perfezione e dopo sole 12 ore i medici scollegano la macchina ECMO. Nella gestione post-operatoria è stato utilizzato anche il plasma iperimmune. Oggi Francesco è sveglio, collaborante e segue la fisioterapia. Ci vorrà ancora del tempo perché possa tornare a una vita il più possibile normale, ma forse il peggio è passato.
Chiara Caretoni
Leggi anche…
None found