L’infarto polmonare è una complicanza dell’embolia polmonare, che è un’ostruzione di un’arteria polmonare da parte di un coagulo di sangue. Di solito il coagulo di sangue che ostruisce un’arteria polmonare dipende da un coagulo di sangue causato da una trombosi delle vene dell’arto inferiore. Generalmente si tratta della safena o delle vene femorali.
Questa ostruzione può determinare la necrosi del tessuto polmonare che, a causa dell’ostruzione, non riceve più ossigeno e nutrienti. Questa condizione si chiama appunto “infarto polmonare”. Si tratta, però, di un evento abbastanza sporadico, che si verifica solo nel 10% dei casi di occlusione embolica del circolo polmonare.
L’infarto polmonare avviene solo in un caso ogni dieci di embolia polmonare perché la rete bronchiale è in genere comunque capace di rifornire di sangue i tessuti a valle dell’ostruzione, grazie ad alcuni veri e propri bypass naturali. Aiuta l’ossigenazione polmonare anche la ventilazione alveolare.
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Quali sono i soggetti più a rischio?
L’infarto polmonare si verifica maggiormente nei pazienti con:
- cardiopatie, come lo scompenso cardiaco,
- pazienti predisposti alla trombosi venosa profonda,
- tumori,
- aterosclerosi grave,
- broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), una patologia cronica delle vie aeree, che colpisce fino al 5-6% della popolazione, soprattutto anziani e chi fuma.
Quali sono i sintomi?
I sintomi dell’infarto polmonare sono:
- respirazione difficoltosa,
- dolore al torace che si accentua con l’atto respiratorio,
- tosse con emissione di sangue,
- febbre.
Come si diagnostica?
La diagnosi si fa con la radiografia del torace, la scintigrafia e l’angiografia polmonare.
Quali sono le cure per l’infarto polmonare?
La terapia immediata prevede la somministrazione di farmaci trombolitici, per dissolvere il coagulo di sangue a livello polmonare.
In genere si risolve con:
- la formazione di tessuto cicatriziale
- o con un completo riassorbimento che lascia un normale tessuto polmonare (infarto incompleto).
Tendenzialmente non ha conseguenze particolarmente gravi. Bisogna stare particolarmente attenti invece alle complicanze che possono insorgere, legate alla malattia che l’ha provocato.
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