L’aorta è la principale arteria. Ha origine dal ventricolo sinistro, dove riceve il sangue ricco di ossigeno e sostanze nutritive e lo distribuisce a tutti i vasi di calibro inferiore, che a loro volta lo utilizzano per irrorare gli organi e i tessuti dell’organismo. Questo grosso tubo flessibile esce dal cuore, sale verso l’alto (sezione ascendente), s’incurva per un breve tratto (arco aortico) e infine scende (parte discendente) fino alla quarta vertebra lombare dove si divide nelle due arterie iliache che distribuiscono il sangue agli arti inferiori. La parete dell’aorta è formata da tre strati (tonaca intima, media e avventizia). Se si verifica una lacerazione tra i primi due, si è in presenza di dissezione (o dissecazione) aortica. Questo processo, che indebolisce la parete vascolare, a lungo andare può favorire la rottura del vaso e provocare una pericolosissima emorragia interna.
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Quali sono le cause
Non si sa con certezza quale sia il meccanismo alla base della dissezione. Sono noti alcuni fattori predisponenti che favorirebbero l’insorgenza della patologia: tra questi l’ipertensione arteriosa, l’aterosclerosi, le anomalie congenite cardiovascolari e/o aortiche, i traumi toracici, alcune malattie associate all’indebolimento della parete aortica come la sindrome di Marfan.
Quali sono i sintomi
La patologia può inizialmente rimanere silente per poi manifestarsi nel corso del tempo con un dolore sternale lancinante, spesso accompagnato da fitte acute in corrispondenza della colonna vertebrale. Quindi il dolore viene avvertito davanti, verso il cuore, e dietro, tra le scapole. Questo disturbo si può associare a sudorazione improvvisa e abbassamento di pressione. I sintomi, però, vengono frequentemente confusi con quelli tipici dell’infarto. Per escludere l’attacco cardiaco può bastare sottoporsi a un semplice elettrocardiogramma. Invece, per poter formulare la diagnosi di dissezione aortica, sono necessari un’ecocardiografia e una Tac del torace con mezzo di contrasto.
Quando si opta per la chirurgia
L’approccio terapeutico varia in base alla sezione di aorta coinvolta dalla lacerazione. Se la lesione interessa il tratto ascendente o l’arco aortico, che sono le regioni più vicine al cuore, si opta esclusivamente per la chirurgia. Attraverso una sternotomia o una ministernotomia, cioè un’incisione all’altezza dello sterno, lo specialista rimuove la parte di arteria deteriorata, continuando a mantenere irrorati gli organi con un sistema di circolazione extracorporeo. Il tratto aortico interessato viene poi sostituito con una protesi tubolare, rivestita da un tessuto sintetico come ad esempio il Gore-Tex o il Dacron.
Quando si opta per la terapia farmacologica
Se invece la dissezione interessa la zona discendente, il medico può considerare di intraprendere inizialmente anche solo una terapia farmacologica a base di betabloccanti o nitroprussiato di sodio. In questo caso lo specialista segue il decorso della malattia con Tac del torace ogni sei mesi e decide l’opzione di terapia in funzione dell’evoluzione del danno aortico.
Focus a cura di Giampiero Esposito, responsabile di chirurgia cardiovascolare mininvasiva dell’IRCCS Policlinico San Donato di Milano
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