Nessuno di noi si augura che la sua corsa verso traguardi sempre più entusiasmanti debba subire degli stop. Ma purtroppo non è escluso che il podista principiante, come quello più allenato, possa incorrere in incidenti di percorso, accidentalmente o in seguito a stress ripetuti. Insieme alle gambe, i piedi sono l’attrezzo principale di lavoro. Ma si tratta di uno strumento delicatissimo, da monitorare sempre al meglio perché a rischio infortuni. Ecco quali.
Le vesciche
Le vesciche sono bolle di plasma (la parte liquida del sangue), che si formano dove la pelle del piede fa più attrito con la scarpa o a causa di cuciture di calzini inadatti. Causano prurito e a volte un fastidio tale da impedire di mettere le scarpe. Il problema peggiora con il caldo e l’aumento della sudorazione. Fra le cause più frequenti, calzature nuove, la ripresa degli allenamenti dopo un lungo stop, correre senza calze o anche allenarsi sull’asfalto d’estate.
● Prevenzione. Se hai le scarpe da running nuove, indossale per camminare per un po’ di giorni prima di metterle per l’allenamento. Non correre mai senza calze. Se fa caldo puoi anche applicare dei cerotti protettivi nei punti più delicati (in farmacia e al supermercato ce ne sono di specifici).
● Cura. Appena ti accorgi che la vescica sta per comparire perché la pelle comincia a sollevarsi, usa un cerotto protettivo e accantona per un po’ le scarpe che hanno causato il problema: la tumefazione si riassorbirà in pochi giorni. Se il guaio è già fatto, fora la bolla con un ago sterile dopo aver lavato bene la zona. Svuotata la sacca di plasma disinfetta la parte con iodopovidone (soluzione a base di iodio) e copri con una garza che lascia respirare la pelle. A volte la vescica si apre da sola: disinfettala e coprila per qualche giorno con una garza. In ogni caso nei giorni successivi all’apertura della vescica, cura in modo particolare l’igiene con disinfettanti e antibiotici topici, coprendo la ferita con una garza o applicando un cerotto di idrocolloide, per evitare ulteriori attriti. Stai attento a che il cerotto non formi pieghe.
La fascite plantare
Il processo infiammatorio della fascia plantare (il tessuto molle posto sotto la pianta del piede), detto fascite plantare, può comparire progressivamente, o in maniera acuta dopo un trauma. Il dolore, al centro del tallone, proseguirà anche al di fuori degli allenamenti, in particolare la mattina, quando si scende dal letto, dopo che la fascia ha perso elasticità durante la notte, o quando si riprende a correre dopo un periodo di inattività. Possono esserne fattori di rischio dell’infiammazione un cambio di scarpe oppure l’uso di calzature ormai usurate o dalla suola troppo sottile, utilizzate magari su terreni irregolari e/o duri. Nella fase acuta diventa impossibile correre. Non sottovalutare questa problematica continuando ad allenarti lo stesso col risultato, magari, di modificare il corretto appoggio del piede per poter continuare a correre con meno dolore.
● Prevenzione. Indossa sempre scarpe specifiche e cambiale quando sono usurate.
● Cura. Ai primi sospetti di fascite plantare, dai uno stop all’attività e consultare un medico. Evitare di correre per qualche settimana e cercare di camminare poco e di rimanere in piedi troppo a lungo il meno possibile. Durante la fase acuta sono utili l’applicazione del ghiaccio e una terapia di quattro-cinque giorni a base di antinfiammatori (per bocca o a uso locale). Se non passa, il medico sportivo potrà indicare la fisioterapia più adatta e un’eventuale ortesi plantare.
La spina calcaneare
La corsa può generare con il tempo microlesioni sulla superficie dell’osso del calcagno, che arrivano a formare una protuberanza, la spina calcaneare. I dolori iniziano in maniera subdola e possono progredire fino a rendere impossibile l’attività.
● Prevenzione. Cercare di non aumentare di peso, correre sempre con la corretta postura, usa le scarpe più adatte al proprio tipo di appoggio, di buona qualità e non usurate. Al primo accenno di fastidio, utilizza una talloniera in lattice che scarichi la zona: la si trova in farmacia o nei negozi di articoli ortopedici.
● Cura: riposo e ghiaccio nella fase acuta, poi fisioterapia o infiltrazioni locali, eventualmente ortesi plantare (vedi box nella pagina al lato).
L’alluce valgo
L’alluce valgo, cioè la deviazione verso l’esterno dell’alluce, associata all’inclinazione verso l’interno del primo metatarso, può essere congenita o acquisita. In chi corre il dolore è causato dallo sfregamento con la scarpa.
● Prevenzione. Utilizzare solo scarpe di buona qualità, anche quando non si corre, adatte al proprio appoggio e della misura giusta, in modo da evitare che sfreghino contro l’alluce.
● Cura: riposo e ghiaccio nella fase acuta, poi fisioterapia e infiltrazioni locali.
La sesamoidinite
Nella corsa, le due ossa sesamoidi dell’alluce sono sottoposte a notevoli sollecitazioni e possono infiammarsi (sesamoidinite). In questo caso il piede potrà fare male sotto la base del dito sia durante gli allenamenti sia a riposo.
● Prevenzione. Evitare di correre sulle superfici dure e non usare scarpe con un’intersuola troppo sottile o troppo rigida.
● Cura: riposo e ghiaccio nella fase acuta, poi fisioterapia, mesoterapia, eventualmente ortesi plantare.
Le metatarsalgie
Le metatarsalgie sono dolori a carico delle teste dei metatarsi, che si avvertono come bruciore o sensazione di scossa elettrica sotto la pianta del piede, generalmente a livello del terzo spazio intermetatarsale, per compressione del nervo plantare digitale, oppure per sovraccarico in quella zona.
● Prevenzione. Il problema a volte si associa a un piede cavo o piatto, difetti da correggere prima di iniziare a correre. Nei casi più lievi può essere sufficiente una ginnastica specifica per i muscoli interossei del piede e per i muscoli della gamba, che sono alla base della corretta funzione del piede. Questi esercizi includono la ginnastica propriocettiva, il cammino sulle punte, le elettrostimolazioni muscolari. In presenza di difetti più marcati della forma del piede si può intervenire con adatte ortesi plantari e, in casi selezionati, con interventi chirurgici di correzione.
● Cura: riposo e ghiaccio nella fase acuta; quando il dolore è molto forte è indispensabile l’assunzione di antinfiammatori. Poi fisioterapia ed eventualmente ortesi plantare.
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