Capita a tutti di farsi male, magari sbattendo contro lo spigolo di un mobile o prendendo un calcione durante una partita nel campetto sotto casa. Si prova un dolore localizzato, associato a una sensazione di calore e di gonfiore: è la comune «botta», che gli esperti chiamano contusione. Si tratta della conseguenza di un trauma provocato da una pressione violenta o da un urto, che, pur non lacerando la pelle, comprime i tessuti sottostanti, rompendo i vasi sanguigni. «Se sono lesi solo i piccoli vasi, chiamati capillari, si forma un’ecchimosi, ovvero una piccola emorragia, diffusa in modo irregolare», spiega Raffaella Michieli, segretario della Società italiana di medicina generale (Simg). «Nella parte colpita è presente un dolore di lieve entità, che aumenta con i movimenti e con la pressione, e si forma un livido inizialmente bluastro, che con il tempo assume un colore giallo ocra, sempre più chiaro, fino a scomparire. Se, invece, sono lesi vasi sanguigni più grandi, si crea l’ematoma, ovvero un’emorragia più consistente, in cui il sangue confluisce in una zona circoscritta, determinando una sorta di sacca. È presente dolore e al tatto si avverte una tumefazione fluttuante. Anche in questo caso, nei giorni seguenti si ha una variazione cromatica, dal blu al giallo». Comunque la procedura da attuare in caso di contusione è semplice. Ecco una piccola guida pratica per non sbagliare.
Metti il ghiaccio
Applica il ghiaccio il prima possibile, «perché riduce il gonfiore provocato dall’accumulo di liquidi nei tessuti colpiti e lenisce il dolore», spiega Michieli. «Il freddo, inoltre, fa contrarre i vasi danneggiati, frenando così il sanguinamento». Prima di utilizzare il ghiaccio, avvolgilo in una borsa di plastica, per evitare che, a diretto contatto con la pelle, possa causare arrossamento o irritazione. Poi posizionalo esercitando una lieve pressione e lascialo agire per una decina di minuti circa. Il trattamento può essere ripetuto più volte al giorno per tre-quattro giorni. In alternativa, si può applicare localmente un gel o uno spray refrigerante, acquistabili senza ricetta in farmacia.
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Quale pomata usare
«Sulla parte contusa puoi utilizzare una pomata all’eparina, un glicosaminoglicano che riduce il gonfiore: ha un effetto antinfiammatorio locale, determina un miglioramento della fluidità del sangue riducendo la possibilità che si formino coaguli e la cosiddetta organizzazione dell’ematoma, che ne ritarda il riassorbimento», consiglia Michieli. Disponibile in farmacia senza ricetta, sotto forma di gel o di unguento, si applica da una a tre volte al giorno per sei-sette giorni, con un breve e leggero massaggio circolare per favorire l’assorbimento. Non va applicata su pelle irritata, ferite, graffi, tagli, lesioni, piaghe, ascessi, ulcere, mucose e in caso di disturbi della coagulazione, come l’emofilia. Può essere usata, con il controllo del medico, anche durante la gravidanza e l’allattamento. Rari i possibili effetti collaterali, tra cui allergie, orticaria, gonfiore, prurito, dermatite. È possibile conservare il preparato in frigorifero, in modo che apporti un maggiore sollievo al momento dell’applicazione.
E per chi preferisce i rimedi naturali?
Un buon rimedio naturale per le contusioni è la pomata a base di arnica, una pianta tipica delle regioni alpine e prealpine, con attività antinfiammatoria e antidolorifica. Da applicare fino a tre volte al giorno per sei-sette giorni, con un leggerissimo massaggio. Si trova in farmacia e in erboristeria, sotto forma di gel o di crema, e può essere utilizzata anche dai bambini. Non va applicata su dermatiti, lesioni, ferite, escoriazioni e durante la gravidanza e l’allattamento. Tra i possibili effetti collaterali, arrossamento nel caso di pelli delicate e sensibili. Dopo aver applicato la pomata, se possibile, coricati sul letto o sul divano posizionando un cuscino sotto il braccio, la gamba, il piede colpiti, in modo da mantenerli in posizione più alta rispetto al resto del corpo. In questo modo, il sangue fuoriuscito dai vasi e i liquidi evitano di accumularsi troppo.
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Niente calore o massaggi
Subito dopo una contusione, non applicare calore e non massaggiare la parte colpita. «Entrambe le manovre possono aggravare la situazione», mette in guardia Michieli, «favorendo l’ulteriore fuoriuscita di sangue dai vasi». Se dopo due-tre giorni dalla contusione l’ematoma non dovesse presentare miglioramenti e anzi aumentasse di volume con cute arrossata, non continuare con le applicazioni di ghiaccio, ma rivolgiti al medico.
Quando andare dal medico
Bussa alla porta del medico se l’urto è stato particolarmente violento e se avverti un dolore intenso, che perdura dopo tre-quattro giorni di trattamento: il rischio, in questo caso, è che ci possa essere una piccola lesione del periostio, cioè la guaina che riveste il tessuto osseo. È consigliabile rivolgersi all’esperto anche quando la contusione coinvolge la testa, il collo o la colonna vertebrale.
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