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Come si cura l’ernia addominale

«Oggi le parole d'ordine sono diagnosi tempestive e chirurgia su misura» spiega l'esperto di OK Giampiero Campanelli. Quando si tratta di un'ernia "comune" si interviene in Day Surgery in centri specializzati e il paziente può ritornare a casa dopo appena cinque, sei ore dall'operazione, senza rischi.

Si è appena conclusa a Milano la prima conferenza mondiale sulla chirurgia dell’ernia addominale. Tremila chirurghi da cinque continenti, 17 interventi chirurgici in diretta: una tavola rotonda globale per una patologia che vede entrare in sala operatoria, nel mondo, circa sette milioni di pazienti all’anno, di cui 200mila nel nostro paese e in maggioranza per ernie inguinali. Presidente del congresso l’esperto di OK Giampiero Campanelli, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale e Day Surgery dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano (puoi chiedergli un consulto qui). È anche Presidente della European Hernia Society. Per saperne di più www.ernia.net

Quali sono le Linee Guida emerse durante la conferenza?

Gruppo San Donato

Il confronto è stato stimolante da tutti i punti di vista, sia per quanto riguarda le novità tecnologiche, mediche e scientifiche, sia per l’approccio al paziente. Questo congresso ha prima di tutto uniformato un linguaggio a livello chirugico, mettendo a fuoco le Linee Guida internazionali per i chirurghi generalisti.
Il primo punto fondamentale, accolto da tutti i professionisti, è l’importanza di una “chirurgia su misura” che tenga conto delle caratteristiche specifiche del paziente come l’età, lo stile di vita, le prospettive e l’attività lavorativa. Soltanto dopo quest’attenta analisi si potrà decidere il tipo di anestesia, di protesi e di intervento chirurgico che si utilizzeranno. Il tutto per diminuire le complicanze e rendere il trattamento semplice anche dal punto di vista del recupero post operatorio. È emerso altresì di grande importanza che il chirurgo che effettua questi interventi possa avere una super specializzazione nel campo.

Ernia inguinale: come si manifesta e perché?

L’ernia inguinale è la tipologia più comune di ernia addominale, si tratta della fuoriuscita di tratti di intestino attraverso le fasce muscolari dell’addome. Gli uomini sono colpiti maggiormente rispetto alle donne e non esiste alcun metodo di prevenzione, a cominciare dallo stile di vita, per evitarla. Le cause di un’ernia inguinale vanno ricercate nella predisposizione famigliare, ma sono fattori di rischio gli interventi di chirurgia addominale e gli sforzi prolungati nel tempo. Il punto importante è la tempestività del riconoscimento del disturbo e l’intervento chirugico, che è l’unica soluzione adottabile per chiudere la lesione applicando “reti” che contengono l’ernia impedendo che esca.

Le nuove tecnologie semplificano l’operazione. Quali sono le più recenti?

Prima di tutto, la colla di fibrina, un materiale speciale, ricavato dalla fibrina contenuta nel sangue umano e purificata, che può essere nebulizzata o applicata in gocce in modo da non avere più bisogno di applicare punti di sutura. Ci sono nuove reti contenitive, sia di origine biologica totalmente riassorbibili dal corpo umano, sia composte da materiali biocompatibili, parzialmente riassorbibili. Sono protesi biologiche intelligenti in grado di “trasformarsi” nel tessuto con cui vengono in contatto. E poi esistono protesi dinamiche che assecondano la muscolatura della parete addominale, per un risultato estremamente naturale.
L’obiettivo è un recupero rapido, che consenta al paziente di tornare alla vita di tutti i giorni già dopo una settimana e di riprendere un’attività sportiva dopo due. L’essenziale, comunque, è di arrivare all’intervento chirurgico prima che compaiano complicanze.

La chirurgia dell’ernia inguinale diventa “social”: di che cosa si tratta?

I social media vengono in aiuto dei chirurghi di tutto il mondo per creare una rete internazionale di professionisti che si possono confrontare, dare consigli, aiutare nell’ambito del trattamento chirurgico dell’ernia addominale. Questo è stato un altro punto importante emerso durante il congresso. La piattaforma si chiamerà International Hernia Collaboration e darà uno strumento in più a tutti i professionisti del settore di applicare e condividere le proprie risorse ed esperienza.

Il Day Surgery cambia l’approccio alla metodologia di intevento.

Fino a una decina di anni fa l’operazione dell’ernia inguinale “semplice”, che riguarda il 70 per cento dei casi, necessitava di un ricovero di almeno dieci giorni. Oggi non è più così. Un’ernia “comune” può e deve essere trattata in Day Surgery ovvero in quei centri specializzati perfettamente attrezzati per la chirurgia “fast”, che però in Italia sono appena il 10 per cento del totale. Con questa tipologia di approccio il paziente può ritornare a casa dopo appena cinque, sei ore dall’operazione, senza rischi e senza essere costretto a passare neppure una notte in ospedale. Con grandi benefici per il Sistema Sanitario sia a livello organizzativo (più posti letti disponibili) sia di costi. Per quanto riguarda i casi di ernie inguinali più complessi, che necessitano di protesi costose e di un ricovero lungo, il Sistema Sanitario non ha ancora attuato una tipologia di rimborso adeguato.

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