Il disturbo schizoaffettivo è una patologia che sta a metà strada fra due problemi psichiatrici: il disturbo bipolare, che comporta un’altalena dell’umore tra fasi maniacali e depressive, e la schizofrenia, caratterizzata da disgregazione della personalità. Uno schizoaffettivo in genere ha una prognosi peggiore di un bipolare ma deficit cognitivi nettamente inferiori rispetto a uno schizofrenico.
I SINTOMI. Secondo il Dsm-IV, la Bibbia degli psichiatri, si può parlare di disturbo schizoaffettivo quando si manifestano un episodio depressivo maggiore e un episodio maniacale, in concomitanza con due di questi sintomi, tipici della schizofrenia, per almeno un mese: deliri, allucinazioni, eloquio e comportamento disorganizzati. Il disturbo schizoaffettivo permette quasi sempre ai pazienti di mantenere stabili relazioni affettive e di lavoro, come avviene per i bipolari.
LA TERAPIA. «I sali di litio, associati a un neurolettico sedativo, consentono di tenere sotto controllo o addirittura di guarire completamente il disturbo schizoaffettivo», dice il primario di psichiatria del San Raffaele di Milano Enrico Smeraldi. «Nelle fasi acute possono essere usati antipsicotici se prevale la componente euforica o antidepressivi se prevale quella depressiva». Il paziente va però seguito con estrema attenzione dallo psichiatra, che deve prescrivere una terapia personalizzata, variando e aggiustando di continuo i medicinali.
OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 19 ottobre 2011